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L'Approfondimento dell'Attualità

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09/10/2025

Come investe l'Europa nel resto del mondo

All'apertura del Global Gateway Forum, la Presidente von der Leyen ha illustrato la sua visione di partnership rafforzate in un'economia globale in radicale cambiamento. Con il Global Gateway come strategia di investimento esterno dell'UE, l'UE ha il potere di guidare questo cambiamento. Questa determinazione sta già dando risultati e sta superando gli obiettivi iniziali. Al forum, la Presidente ha annunciato che il Team Europa – UE, Stati membri e istituzioni finanziarie per lo sviluppo – ha mobilitato oltre 306 miliardi di euro in soli quattro anni, raggiungendo già l'obiettivo fissato per il 2021. Questo risultato è stato raggiunto con due anni di anticipo rispetto all'obiettivo iniziale del 2027.

La Presidente della Commissione Europea von der Leyen ha dichiarato: "Con Global Gateway, la strategia di investimento dell'Europa, ci siamo prefissati un obiettivo ambizioso di 300 miliardi di euro entro il 2027. Lungo il percorso, è emerso chiaramente che il mondo non ha bisogno solo di investimenti, ma di partenariati. Partenariati autentici basati sul rispetto, sugli interessi condivisi e sull'impegno a lungo termine. Questa è l'essenza e il successo di Global Gateway. E oggi sono fiduciosa che supereremo i 400 miliardi di euro entro il 2027".

Oggi e durante il Forum, la Presidente von der Leyen, insieme all'Alto Rappresentante Vicepresidente Kallas, al Vicepresidente Esecutivo Ribera, ai Commissari Síkela, Šuica e Kos, faranno eco a un messaggio chiaro: il Team Europa è un partner affidabile e trasparente per partenariati solidi basati su valori e interessi condivisi, e questo lavoro congiunto produce buoni risultati.

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08/10/2025

L'Europa duplica gli sforzi nel campo dell'Intelligenza Artificiale

In tutto il mondo, i paesi stanno gareggiando per sfruttare il potenziale dell'Intelligenza Artificiale (IA). Oggi la Commissione Europea ha definito due strategie per garantire che l'Europa rimanga all'avanguardia, promuovendone l'adozione in settori chiave e ponendola all'avanguardia nella scienza basata sull'IA. La strategia "Apply AI" definisce come accelerare l'uso dell'IA nei settori chiave europei e nel settore pubblico. La strategia "AI in Science" si concentra sul porre l'Europa all'avanguardia nella ricerca e nell'eccellenza scientifica basate sull'IA.

Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha dichiarato: "Voglio che il futuro dell'IA si costruisca in Europa. Perché quando l'IA viene utilizzata, possiamo trovare soluzioni più intelligenti, veloci e convenienti. L'adozione dell'IA deve essere diffusa e, con queste strategie, contribuiremo ad accelerare il processo. Mettere l'IA al primo posto significa anche mettere la sicurezza al primo posto. Promuoveremo questa mentalità "AI first" in tutti i nostri settori chiave, dalla robotica alla sanità, dall'energia all'automotive."

L'IA sta trasformando il modo in cui operano le aziende, rimodellando i servizi pubblici e rivoluzionando la scienza. Con queste strategie, la Commissione sta realizzando il suo piano d'azione per l'IA nel continente, tracciando la strada per fare dell'Europa un leader mondiale nell'IA affidabile. Solo sei anni fa l'Europa aveva due supercomputer nella top 10 mondiale; oggi ne ha quattro e sono in corso i lavori per creare almeno 4-5 gigafactory. Grazie alla sua solida infrastruttura di IA, al talento europeo, al dinamico ecosistema di ricerca e innovazione e alle startup, alla sua tradizione di scienza collaborativa, ai dati di alta qualità e alle infrastrutture di ricerca e tecnologia di livello mondiale, l'UE è ben posizionata per accelerare l'uso dell'IA nei settori chiave e nella scienza.

La Strategia "Apply AI"

La strategia "Apply AI" mira a sfruttare il potenziale trasformativo dell'IA promuovendone l'adozione in settori strategici e pubblici, tra cui sanità, farmaceutica, energia, mobilità, produzione, edilizia, agroalimentare, difesa, comunicazioni e cultura. Sosterrà inoltre le piccole e medie imprese (PMI) con le loro esigenze specifiche e aiuterà le industrie a integrare l'IA nelle loro attività. Le misure concrete includono la creazione di centri di screening avanzati basati sull'IA per l'assistenza sanitaria e il supporto allo sviluppo di modelli di frontiera e di IA agentica su misura per settori come la produzione, l'ambiente e la farmaceutica.

Per promuovere l'adozione dell'IA e sostenere queste misure, la Commissione sta mobilitando circa 1 miliardo di euro. In futuro, nuove iniziative in settori come la finanza, il turismo e l'e-commerce potrebbero integrare questi settori.

La strategia contribuirà a rafforzare le capacità dell'UE di generare benefici per la società, dall'abilitazione di diagnosi sanitarie più accurate al miglioramento dell'efficienza e dell'accessibilità dei servizi pubblici. Incoraggia una politica che privilegia l'IA, in modo che un maggior numero di aziende consideri l'IA come parte della soluzione per affrontare le sfide, tenendo attentamente in considerazione i vantaggi e i rischi della tecnologia. La strategia affronta anche sfide trasversali: accelerare il time-to-market collegando infrastrutture, dati e strutture di collaudo; rafforzare la forza lavoro dell'UE per renderla pronta all'IA in tutti i settori; e lanciare un'iniziativa di frontiera sull'IA per sostenere l'innovazione riunendo i principali attori europei nel campo dell'IA. Il rinnovo e l'implementazione della rete European Digital Innovation Hub, trasformati in Experience Centres for AI, offriranno alle aziende un accesso privilegiato all'ecosistema di innovazione dell'IA dell'UE.

Per coordinare l'azione, la Commissione sta lanciando l'Apply AI Alliance, un forum che riunisce l'industria, il settore pubblico, il mondo accademico, le parti sociali e la società civile. Un osservatorio sull'IA monitorerà le tendenze dell'IA e ne valuterà l'impatto settoriale. In parallelo, la Commissione ha istituito l'AI Act Service Desk per contribuire a garantire un'attuazione fluida dell'IA Act.

AI in Science Strategy

La Strategia per l'Intelligenza Artificiale nella Scienza posiziona l'UE come un polo per l'innovazione scientifica basata sull'intelligenza artificiale. Al centro di tutto c'è RAISE - Resource for AI Science in Europe, un istituto europeo virtuale che riunisce e coordina le risorse di intelligenza artificiale per lo sviluppo e la sua applicazione in ambito scientifico.​

Le azioni strategiche includono:

- Eccellenza e talento: misure per attrarre talenti scientifici globali e professionisti altamente qualificati a "Scegli l'Europa". Questo include 58 milioni di euro nell'ambito del progetto pilota RAISE per reti di eccellenza e reti di dottorato per formare, trattenere e attrarre i migliori talenti in ambito scientifico e dell'intelligenza artificiale.
- Calcolo: 600 milioni di euro da Horizon Europe per migliorare e ampliare l'accesso alla potenza di calcolo per la scienza. Questo investimento garantirà un accesso dedicato alle Gigafactory di IA per ricercatori e startup dell'UE.
- Finanziamenti per la ricerca: mira a raddoppiare gli investimenti annuali di Horizon Europe nell'IA a oltre 3 miliardi di euro, incluso il raddoppio dei finanziamenti per l'IA nella scienza.
- Dati: supporto agli scienziati per identificare le lacune strategiche nei dati e raccogliere, curare e integrare i set di dati necessari per l'IA nella scienza.

Il Centro comune di ricerca della Commissione contribuisce a entrambe le strategie, producendo valutazioni tecniche, studi settoriali e una nuova relazione sull'impatto dell'IA sulla scienza e sulle pratiche di ricerca.

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08/10/2025

Il Consiglio decide il riorientamento di Horizon per includere il settore della difesa

I rappresentanti degli Stati membri hanno approvato oggi la posizione del Consiglio su una proposta volta a incentivare gli investimenti legati alla difesa nel bilancio dell’UE per attuare il cosiddetto piano ReArm Europe, un’iniziativa dell’UE volta ad aumentare la spesa per la difesa e a rafforzare le capacità militari dell’UE.

Al fine di agevolare investimenti più rapidi, flessibili e coordinati nella base tecnologica e industriale europea della difesa (EDTIB), la posizione del Consiglio mira a modificare cinque regolamenti UE:

- Digital Europe
- Horizon Europe
- il Fondo Europeo per la Difesa
- Connecting Europe Facility
- la Piattaforma per le Tecnologie Strategiche per l'Europa (STEP)

Gli Stati membri hanno sostanzialmente mantenuto l'impostazione generale della proposta della Commissione per i cinque programmi interessati. Tuttavia, la posizione del Consiglio ha aggiunto l'adeguamento delle norme di ammissibilità per le attività con applicazioni a duplice uso e nel settore della difesa nell'ambito di Horizon Europe, al fine di garantire la coerenza con altri strumenti dell'UE nel settore dell'industria della difesa.

A seguito dell'approvazione odierna del mandato del Consiglio, la presidenza avvierà i negoziati con il Parlamento europeo per raggiungere un accordo entro la fine dell'anno. Questa iniziativa integra il cosiddetto pacchetto omnibus per la prontezza in materia di difesa presentato dalla Commissione nel giugno 2025 e attualmente all'esame del Consiglio. Entrambe le proposte mirano a incentivare gli investimenti nel settore della difesa e a migliorare la prontezza in materia di difesa dell'Europa, come richiesto dal Consiglio europeo nel marzo 2025.

 

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30/09/2025

Sostegno strategico alle startup

Il Consiglio ha approvato le conclusioni sull'importanza della ricerca e dell'innovazione per la strategia dell'UE per le startup e le scaleup. Queste conclusioni forniscono orientamenti per la creazione di un ecosistema solido e dinamico in cui gli istituti di istruzione superiore e di ricerca possano sostenere la creazione e la crescita di nuove imprese, valorizzare i risultati della loro ricerca e attrarre e trattenere talenti. A tal fine, le conclusioni auspicano un contesto normativo e finanziario favorevole per stimolare le imprese innovative.

Le conclusioni accolgono con favore la strategia dell'UE per le startup e le scaleup, definendola un passo fondamentale per rafforzare la competitività e l'innovazione europee. Sottolineano l'urgente necessità di un'azione coraggiosa per colmare il divario di innovazione con i concorrenti globali, salvaguardando al contempo il benessere, la sicurezza economica e l'autonomia strategica e preservando un'economia aperta.

Tuttavia, gli ecosistemi dell'innovazione sono complessi e richiedono la collaborazione lungo tutta la catena del valore e un feedback efficace tra innovatori e ricerca. La Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, è incoraggiata ad agire in settori quali l'elaborazione di definizioni giuridiche per startup, scaleup, mid-cap, imprese innovative e imprese in difficoltà, nonché la riduzione degli oneri amministrativi ed economici a carico di queste imprese.

Le conclusioni ricordano che un finanziamento prevedibile e coerente nei programmi di ricerca e innovazione è di fondamentale importanza per il successo e lo sviluppo di startup e scaleup.

In questo contesto, gli istituti di istruzione superiore e le organizzazioni che svolgono attività di ricerca svolgono un ruolo essenziale nel trattenere e attrarre talenti e valorizzare l'innovazione attraverso spin-off accademici e startup. Le conclusioni incoraggiano le università e gli altri centri di ricerca a rafforzare le loro attività di imprenditorialità e valorizzazione.

Gli aiuti di Stato possono sostenere questi sforzi, ma il quadro normativo attuale li rende difficili per gli istituti di istruzione superiore. Le conclusioni invitano pertanto la Commissione a proporre soluzioni nell'ambito del quadro legislativo vigente e a fornire orientamenti sull'attuazione delle attuali norme in materia di aiuti di Stato relative agli istituti di istruzione superiore e alle organizzazioni che svolgono attività di ricerca.

Le conclusioni del Consiglio accolgono con favore l'attenzione rivolta al talento e alle competenze nella strategia per startup e scaleup e incoraggiano la promozione delle competenze imprenditoriali tra studenti e personale accademico, nonché tra i team amministrativi degli istituti di ricerca.Lo scambio di esperienze, le reti transfrontaliere e i programmi europei come Erasmus+, il Consiglio europeo della ricerca, le azioni Marie Skłodowska-Curie, EURAXESS e la nuova iniziativa "Choose Europe" possono contribuire ad attrarre, promuovere e trattenere i talenti in Europa.

Per facilitare l'accesso di aziende e imprese alle infrastrutture, la "Carta di accesso per gli utenti industriali" potrebbe rappresentare uno strumento prezioso, secondo le conclusioni adottate oggi. Un altro passo avanti positivo sarebbe una maggiore cooperazione tra iniziative esistenti, come l'Alleanza delle Università Europee, Rise Europe, Startup Europe e l'Alleanza delle Nazioni Europee per le Startup (ESNA), per creare o rafforzare hub per startup e scaleup. Collegare questi hub attraverso le tecnologie digitali e applicare i principi FAIR sui dati potrebbe facilitare ulteriormente l'accesso ai finanziamenti, migliorare la gestione della proprietà intellettuale e promuovere l'accesso al mercato globale.

Le conclusioni auspicano un migliore utilizzo dei programmi e degli strumenti esistenti a livello europeo, nazionale e regionale per colmare il prima possibile il divario finanziario per le scaleup. Infine, sottolineano la necessità di un'efficace attuazione della strategia, con chiari indicatori chiave di prestazione (KPI), una migliore pianificazione e il massimo impegno per ridurre gli oneri di rendicontazione.

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25/09/2025

Il nuovo ruolo di Europol nell'Europa che si difende

E' stato formalizzato l'accordo politico tra il Parlamento europeo e il Consiglio per rafforzare il ruolo di Europol e la cooperazione interagenzia nella lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani. La porposta di regolamento è stata presentata dalla Commissione nel novembre 2023. La lotta contro il traffico di migranti è una priorità della Commissione, come ha chiarito la Presidente von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 2025. Ha sottolineato che devono essere gli europei a decidere chi arriva in Europa e in quali circostanze, non i trafficanti.

Europol svolge un ruolo fondamentale nel supportare le autorità giudiziarie e di contrasto degli Stati membri nei loro sforzi per smantellare i modelli di business dei trafficanti e smantellare le reti criminali transnazionali. Le nuove norme consentiranno a Europol di supportare meglio le autorità di contrasto nazionali, con un Centro europeo contro il traffico di migranti rafforzato, una migliore condivisione delle informazioni e risorse finanziarie e umane aggiuntive. Il Centro contro il traffico di migranti avrà una vera dimensione europea. Includerà rappresentanti di Eurojust e Frontex e beneficerà del supporto di altri organi e agenzie competenti dell'UE. Ciò aumenterà la cooperazione interagenzia e intensificherà il supporto strategico, operativo e tecnico agli Stati membri.

Sarà inoltre migliorata la condivisione delle informazioni tra Europol e gli Stati membri, compresi gli ufficiali di collegamento degli Stati membri nei paesi terzi. Le nuove norme introducono inoltre nuove responsabilità per gli Stati membri nella condivisione delle informazioni con Europol e altri Stati membri che partecipano a una task force operativa. Saranno inoltre aumentate le capacità dell'Agenzia di elaborare dati biometrici, anche attraverso finanziamenti aggiuntivi.

La capacità operativa di Europol sarà potenziata con risorse finanziarie aggiuntive (50 milioni di euro, di cui 20 milioni di euro per potenziare le capacità biometriche di Europol) e 50 unità di personale aggiuntive.

La porposta di regolamento deve ora essere formalmente adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE. In seguito, il consiglio di amministrazione di Europol procederà con l'adozione delle  norme di attuazione per definire l'ambito di attività del Centro europeo contro il traffico di migranti.

Contesto

Nel discorso sullo stato dell'Unione del 2025, la Presidente von der Leyen ha annunciato nuove iniziative per intensificare la lotta contro i trafficanti, tra cui "un nuovo regime sanzionatorio per congelare i loro beni, limitare la loro libertà di movimento e privarli dei loro profitti". La nuova strategia europea per la sicurezza interna, ProtectEU, presentata ad aprile 2025, contiene l'indicazione di un'ambiziosa revisione del mandato di Europol, in stretta consultazione con gli Stati membri. L'obiettivo è rafforzare ulteriormente il ruolo di Europol nelle indagini su casi transfrontalieri, su larga scala e complessi che rappresentano una grave minaccia per la sicurezza interna dell'Unione, collaborando più strettamente con le altre agenzie dell'UE e rafforzando ulteriormente il supporto agli Stati membri.

La proposta di regolamento sul rafforzamento del ruolo di Europol nella lotta al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani è stata presentata nel novembre 2023, insieme a una proposta di direttiva volta a stabilire norme minime per prevenire e contrastare il favoreggiamento dell'ingresso, del transito e del soggiorno illegali nell'Unione, attualmente in fase di negoziazione con il Parlamento europeo e il Consiglio. Nel novembre 2023 la Commissione ha inoltre lanciato l'Alleanza globale per contrastare il traffico di migranti, per intensificare la cooperazione con i partner internazionali e smantellare il modello di business dei trafficanti.

 

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23/09/2025

Via libera a norme semplificate per maggiori investimenti europei

La presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto l'accordo per semplificare il programma InvestEU e rafforzare ulteriormente la competitività dell'UE. L'accordo consentirà l'aumentp della capacità di investimento dell'UE per mobilitare ulteriori investimenti pubblici e privati. Il programma InvestEU nella nuova versione semplificata sosterrà ulteriormente alcune politiche dell'UE, in particolare relative alla bussola della competitività, al Clean Industrial Deal, alla politica industriale della difesa e alla mobilità militare. La lrevisione mira inoltre a semplificare il contributo degli Stati membri al programma e a semplificare gli adempimenti amministrativi.

I commenti dei negoziatori:

"Oggi è un giorno positivo per le imprese europee e per l'UE nel suo complesso. In tutta l'Unione, le aziende si trovano ad affrontare crescenti oneri normativi e un accesso limitato ai finanziamenti. Questo accordo è un primo passo necessario per invertire questa rotta. Se l'Europa vuole rimanere competitiva, abbiamo bisogno di meno complessità, regole più intelligenti e investimenti più consistenti. E dobbiamo proseguire con ulteriori azioni." Marie Bjerre, Ministro per gli Affari Europei della Danimarca
"La relazione Draghi non ha lasciato dubbi sul fatto che l'Europa abbia un disperato bisogno di maggiori investimenti. Viviamo in un mondo in cui paesi come la Cina e gli Stati Uniti stanno correndo a perdifiato. Oggi, riusciamo proprio a raggiungere questo obiettivo. Con questo accordo, mobiliteremo almeno altri 50 miliardi di euro di investimenti tramite il programma InvestEU. Allo stesso tempo, stiamo riducendo la burocrazia per le aziende che richiedono i fondi e per i partner esecutivi. Nel complesso, questo è un giorno positivo per la competitività europea." Morten Bødskov, Ministro per l'Industria, le Imprese e gli Affari Finanziari

L'accordo raggiunto migliora e rafforza l'attuale programma "Invest EU" su due fronti:

- aumentando l'entità della garanzia UE di 2,9 miliardi di euro (da 26,2 miliardi di euro a 29,1 miliardi di euro);
- agevolando l'uso combinato della garanzia "Invest EU" con la capacità esistente disponibile nell'ambito di tre programmi preesistenti: il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), lo strumento di debito del Meccanismo per collegare l'Europa (CEF) e il cosiddetto "strumento di debito InnovFin", un'iniziativa lanciata dal gruppo BEI a sostegno della ricerca e dell'innovazione.
Inoltre, si prevede che il regolamento rivisto aumenterà l'attrattiva del comparto "Invest EU" riservato agli Stati membri, che si concentra su specifiche priorità nazionali.

Grazie alla revisione del regolamento saranno ridotti inoltre gli oneri amministrativi a carico degli intermediari finanziari e dei destinatari finali, con un risparmio stimato di circa 350 milioni di euro. In particolare, l'accordo rivede la definizione di PMI e riduce il numero di indicatori che i partner dovranno presentare per le operazioni di piccole dimensioni non superiori a 300.000 euro. Riduce inoltre la frequenza e la portata degli obblighi di rendicontazione da parte dei partner attuatori, passando da una rendicontazione semestrale a una annuale.

Contesto

Nell'ottobre 2024, il Consiglio europeo ha invitato tutte le istituzioni dell'UE, gli Stati membri e le parti interessate a portare avanti i lavori in via prioritaria, in particolare in risposta alle sfide individuate nelle relazioni di Enrico Letta ("Molto più di un mercato") e Mario Draghi ("Il futuro della competitività europea"). La dichiarazione di Budapest dell'8 novembre 2024 ha successivamente chiesto di "avviare una rivoluzione della semplificazione", garantendo un quadro normativo chiaro, semplice e intelligente per le imprese e riducendo drasticamente gli oneri amministrativi, normativi e di rendicontazione, in particolare per le PMI. Il 26 febbraio 2025, in seguito all'invito dei leader dell'UE, la Commissione ha presentato la proposta in questione, nell'ambito del suo pacchetto "Omnibus II". Il 20 marzo 2025, i leader dell'UE hanno esortato i colegislatori a portare avanti i lavori sui primi due pacchetti Omnibus in via prioritaria e con un elevato livello di ambizione, al fine di completarli il prima possibile nel 2025.

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22/09/2025

Il Comitato delle Regioni rompe il tabù della difesa

L'attuale guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, unita alle crescenti minacce ibride, ha profondamente rimodellato l'approccio dell'UE alla difesa e alla sicurezza, accelerando la spinta verso una politica più reattiva. In questo contesto, il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha ufficialmente inaugurato oggi il suo Gruppo di lavoro sulla difesa (GdL Difesa), per integrare le prospettive regionali e locali nella difesa dell'UE e rafforzare la resilienza dell'Europa promuovendo contributi territoriali alla prontezza difensiva, alla protezione civile, alla risposta alle crisi e a un'industria della difesa competitiva.

Offrendo un forum strutturato per la cooperazione, il GdL Difesa, presieduto da Fernando López Miras, Presidente della Regione di Murcia, mira a collegare gli enti locali e regionali con le istituzioni dell'UE, promuovere lo scambio di buone pratiche e sostenere un'Unione europea della difesa più coordinata ed efficace. Durante la riunione, i membri del GdL hanno scambiato opinioni sulla situazione della sicurezza nelle rispettive circoscrizioni, presentando progetti, investimenti e buone pratiche pertinenti in settori quali la protezione civile, la resilienza, la sicurezza informatica e la lotta alla disinformazione. Lo scambio ha evidenziato la diversità delle sfide locali, ma anche l'impegno comune di regioni e città a contribuire alla sicurezza dell'Europa.

Il Gruppo di Lavoro ha inoltre tenuto un dibattito con Klaus Welle, Consigliere Speciale di Andrius Kubilius, Commissario Europeo per la Difesa e lo Spazio, che ha presentato le ultime iniziative della Commissione Europea per rafforzare la prontezza e l'industria della difesa europea. I membri hanno accolto con favore l'ambizione della Commissione di accelerare l'integrazione della difesa europea e hanno sottolineato l'importanza di coinvolgere gli enti locali e regionali nell'attuazione di questa integrazione rafforzata della difesa.

Il Gruppo di Lavoro Difesa ha adottato la sua tabella di marcia per il periodo 2025-2027, concentrandosi sui seguenti ambiti prioritari:

- Investimenti nelle capacità di difesa: garantire che i fondi UE rafforzino gli ecosistemi industriali regionali, le PMI, i centri di ricerca e i progetti a duplice uso.
- Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034: garantire un solido sostegno a livello UE per la difesa, la sicurezza e lo spazio, incluso un aumento di cinque volte degli stanziamenti per la difesa.
- Meccanismo di protezione civile: rafforzare la resilienza delle comunità, la formazione, la sensibilizzazione dei cittadini e la mobilitazione dei volontari a livello locale.
- Trasporti: potenziamento delle infrastrutture a duplice uso, compresi i corridoi ferroviari e i valichi di frontiera.
- Contrasto alle minacce ibride: rafforzamento della cooperazione tra autorità locali e regionali, Stati membri e istituzioni dell'UE per individuare e rispondere alla manipolazione e all'interferenza di informazioni straniere.

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19/09/2025

Discorso di Ursula von der Leyen sull'adozione del 19* pacchetto di sanzioni alla Russia

urtroppo, nell'ultimo mese, la Russia ha dimostrato tutta la portata del suo disprezzo per la diplomazia e il diritto internazionale. Ha lanciato alcuni dei più grandi attacchi con droni e missili contro l'Ucraina dall'inizio della guerra, colpendo sia edifici governativi che abitazioni civili, colpendo anche il nostro ufficio UE a Kiev, la rappresentanza della nostra Unione. Anche le minacce alla nostra Unione stanno aumentando. Nelle ultime due settimane, i droni russi Shahed hanno violato lo spazio aereo dell'Unione sia in Polonia che in Romania. Queste non sono le azioni di qualcuno che vuole la pace. Il Presidente Putin ha ripetutamente intensificato la sua pressione. E in risposta, l'Europa sta aumentando la sua pressione. Ecco perché oggi presento il nostro 19° pacchetto di sanzioni.
Innanzitutto, sull'energia. L'economia di guerra russa è sostenuta dalle entrate derivanti dai combustibili fossili. Vogliamo ridurre queste entrate. Quindi stiamo vietando le importazioni di GNL russo nei mercati europei. È ora di chiudere il rubinetto. Siamo preparati. Abbiamo risparmiato energia, diversificato le forniture e investito in fonti energetiche a basse emissioni di carbonio come mai prima d'ora. Oggi, questi sforzi stanno dando i loro frutti. Inoltre, abbiamo appena abbassato il tetto massimo del prezzo del petrolio greggio a 47,6 dollari. Per rafforzare l'applicazione delle sanzioni, stiamo ora sanzionando altre 118 navi della flotta ombra. In totale, oltre 560 navi sono ora soggette a sanzioni UE. Le principali società di trading energetico Rosneft e Gazpromneft saranno ora soggette a un divieto totale di transazione. Anche altre società saranno soggette a congelamento dei beni. Ora stiamo perseguendo coloro che alimentano la guerra della Russia acquistando petrolio in violazione delle sanzioni. Prendiamo di mira raffinerie, operatori del settore petrolifero e aziende petrolchimiche in paesi terzi, inclusa la Cina. In tre anni, i ricavi petroliferi russi in Europa sono diminuiti del 90%. Ora stiamo voltando pagina definitivamente.
In secondo luogo, stiamo prendendo di mira le scappatoie finanziarie che la Russia utilizza per eludere le sanzioni. Stiamo imponendo un divieto di transazione ad altre banche in Russia e a quelle di paesi terzi. Stiamo intensificando la repressione delle elusioni. Man mano che le tattiche di evasione diventano più sofisticate, le nostre sanzioni si adatteranno per rimanere all'avanguardia. Pertanto, per la prima volta, le nostre misure restrittive colpiranno le piattaforme di criptovalute e vieteranno le transazioni in criptovalute. Stiamo inserendo nell'elenco le banche straniere collegate ai sistemi di pagamento alternativi russi. E stiamo limitando le transazioni con entità in zone economiche speciali.

La nostra analisi economica è chiara: le nostre sanzioni stanno colpendo gravemente l'economia russa. Il tasso di interesse è al 17%. L'inflazione è persistentemente elevata. L'accesso russo ai finanziamenti e alle entrate è in costante calo. E l'economia bellica russa, surriscaldata, sta raggiungendo i suoi limiti. Ancora più interessante è che, parlando direttamente con i partner che parlano con la Russia, questi affermano che tra le prime richieste russe c'è la revoca delle sanzioni. Sappiamo che le nostre sanzioni sono uno strumento efficace di pressione economica. E continueremo a utilizzarle finché la Russia non si siederà al tavolo dei negoziati con l'Ucraina per una pace giusta e duratura. Parallelamente, come ho annunciato la scorsa settimana, stiamo lavorando a una nuova soluzione per finanziare gli sforzi di difesa dell'Ucraina, basata sui beni russi immobilizzati. Dobbiamo essere molto chiari: questa è la guerra della Russia e chi la commette deve pagarla. Con i saldi di cassa associati a questi beni russi, possiamo fornire all'Ucraina un prestito di riparazione. I beni stessi non saranno toccati. E il rischio dovrà essere sostenuto collettivamente. L'Ucraina rimborserà il prestito solo quando la Russia avrà pagato le riparazioni. Presenteremo presto una proposta.

Infine, stiamo allineando le nostre sanzioni a quelle dei nostri partner del G7, sotto la guida della presidenza canadese. E per sostenere l'Ucraina nella sua lotta per la libertà, stiamo anche lavorando a stretto contatto con la Coalizione dei Volenterosi. L'Europa è stata al fianco dell'Ucraina fin dall'inizio. Di fronte all'escalation russa, l'Europa ha raccolto la sfida. Continueremo a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per porre fine a questa brutale guerra. Invito ora gli Stati membri ad approvare rapidamente queste nuove sanzioni. Vogliamo che la Russia abbandoni il campo di battaglia e si sieda al tavolo dei negoziati. Questo è il modo per dare una vera possibilità alla pace.

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18/09/2025

Canada e Gran Bretagna potranno presto accedere ai prestiti SAFE per l'acquisto di armamenti

Il Consiglio ha adottato oggi una decisione che autorizza l'avvio di negoziati, rispettivamente, con il Regno Unito e con il Canada per la loro partecipazione allo strumento di prestito per la difesa SAFE da 150 miliardi di euro. I negoziati saranno condotti dalla Commissione e si concentreranno in particolare sulle condizioni alle quali le aziende e i prodotti britannici e canadesi possono essere coinvolti negli appalti nell'ambito dello strumento di finanziamento "Azione per la sicurezza in Europa" (SAFE).

In risposta all'attuale situazione geopolitica e all'urgente necessità di ingenti investimenti in equipaggiamenti per la difesa, l'UE erogherà, tramite SAFE, fino a 150 miliardi di euro che saranno erogati agli Stati membri interessati su richiesta e sulla base di piani nazionali. Gli erogazioni assumeranno la forma di prestiti a lunga scadenza a prezzi competitivi, che dovranno essere rimborsati dagli Stati membri beneficiari.

Coinvolgimento di paesi terzi
SAFE consente anche la partecipazione di paesi terzi. I paesi in via di adesione, i paesi candidati, i potenziali candidati e i paesi che hanno firmato un partenariato per la sicurezza e la difesa con l'UE, come il Regno Unito e il Canada, possono partecipare agli appalti comuni. L'Ucraina e i paesi SEE-EFTA saranno trattati alle stesse condizioni degli Stati membri. Non solo potranno partecipare agli appalti comuni, ma anche i loro settori industriali saranno trattati alle stesse condizioni degli Stati membri. I negoziati con il Regno Unito e il Canada mireranno a definire le condizioni in base alle quali tale accesso potrà essere esteso anche alle aziende e ai prodotti britannici e canadesi.

La Commissione europea può ora avviare i negoziati per conto dell'UE, sulla base del mandato conferito dal Consiglio. La Commissione condurrà tali negoziati in costante coordinamento e dialogo permanente con il Consiglio. Una volta firmati, gli accordi saranno soggetti all'approvazione del Parlamento europeo.

Contesto
SAFE è il primo pilastro del piano ReArm Europe/Readiness 2030 della Commissione europea, che mira a mobilitare fino a 800 miliardi di euro di spesa per la difesa. SAFE è stato proposto dalla Commissione a seguito della spinta del Consiglio europeo a incrementare in modo decisivo la prontezza di difesa dell'Europa entro i prossimi cinque anni.

Gli altri pilastri del piano ReArm Europe/Readiness 2030 sono: l'aumento dei finanziamenti nazionali per la difesa attivando la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita; la maggiore flessibilità degli strumenti dell'UE, come i fondi di coesione, per consentire maggiori investimenti nella difesa; l'integrazione dei finanziamenti pubblici con i contributi della Banca europea per gli investimenti; e la mobilitazione di capitali privati.

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16/09/2025

Breve ricognizione dei risultati ad un anno dal Piano Draghi

A un anno dalla pubblicazione del Rapporto Draghi, la Commissione europea ha fatto il punto sui progressi compiuti e ha delineato la strada da percorrere durante la conferenza ad alto livello che si tiene oggi, aperta dalla Presidente Ursula von der Leyen e dal Professor Mario Draghi. La Presidente von der Leyen ha sottolineato che il rapporto Draghi rappresenta una vera e propria tabella di marcia e che la nuova Commissione è partita a pieno ritmo fin dal primo giorno. Il suo primo atto è stato il Competitiveness Compass, un quadro di riferimento che trasforma l'analisi in politiche concrete. Da allora, la Commissione ha portato avanti i suoi progressi con determinazione: il Clean Industrial Deal, le Gigafactory per l'intelligenza artificiale, il nuovo quadro normativo sugli aiuti di Stato, il Piano d'azione per l'energia accessibile e l'Unione del risparmio e degli investimenti. Ha inoltre lanciato piani d'azione mirati per i settori chiave (automotive, chimico e siderurgico), il più grande aumento di investimenti nella difesa di sempre, nuove proposte per rafforzare il mercato unico abbattendo le barriere, una strategia per le start-up e le scale-up e sei pacchetti di semplificazione a vantaggio delle imprese grazie alla riduzione della burocrazia. Ulteriori informazioni sui risultati raggiunti sono disponibili in questa scheda informativa.

Non si può continuare a procedere come se nulla fosse accaduto finché non avremo portato a termine tutto, ha affermato la Presidente von der Leyen. Sono in cantiere importanti iniziative: un Fondo per la Competitività da 400 miliardi di euro per promuovere l'innovazione; una tabella di marcia per rimuovere gli ostacoli al Mercato Unico entro il 2028; un pacchetto "Battery Booster" per accelerare la decarbonizzazione; e due ulteriori pacchetti di semplificazione sulla mobilità digitale e militare. A livello internazionale, l'UE sta rafforzando la propria indipendenza strategica, basandosi sull'accordo con il Mercosur e sul recente accordo commerciale con l'Indonesia, e portando avanti i negoziati con India, Sudafrica, Malesia ed Emirati Arabi Uniti.

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Argomento
Focus
10/09/2025

Discorso della Presidente Ursula von der Leyen sullo Stato dell'Unione 2025

L'Europa è impegnata in una lotta.

Una lotta per un continente integro che viva in pace,

per un'Europa libera e indipendente.

Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie,

per la libertà e la capacità di scrivere da soli il nostro destino.

Possiamo esserne certi: è una lotta per il nostro futuro.

Ho pensato a lungo se iniziare questo discorso sullo stato dell'Unione con parole così gravi.

Dopotutto noi europei non siamo abituati a esprimerci in questi termini, e la cosa non ci risulta facile.

La nostra Unione è essenzialmente un progetto di pace,

ma la verità è che il mondo odierno non fa sconti.

Non possiamo edulcorare le difficoltà che gli europei vivono quotidianamente.

Si sentono mancare il terreno sotto i piedi,

sentono che le cose si fanno più difficili proprio quando stanno lavorando più duramente.

Avvertono l'impatto della crisi globale

e dell'aumento del costo della vita.

Vedono la vita e il lavoro cambiare molto rapidamente

e guardano con preoccupazione al turbinio di eventi che vedono al telegiornale: dalle immagini sconvolgenti che arrivano da Gaza agli incessanti attacchi della Russia contro l'Ucraina.

Non basta aspettare che passi la tempesta.

Quest'estate abbiamo avuto la prova che non si può più vivere di nostalgia.

Si profila uno scontro per un nuovo ordine mondiale basato sul potere.

Quindi, sì, l'Europa deve combattere

e conquistarsi un posto in un mondo in cui molte grandi potenze hanno nei suoi confronti un atteggiamento ambiguo o apertamente ostile.

 

Un mondo di ambizioni e guerre imperialistiche,

in cui le dipendenze sono strumentalizzate senza alcuno scrupolo.

È per questo che deve nascere una nuova Europa.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

È ora che l'Europa si renda indipendente.

Credo che sia questa la missione della nostra Unione:

riuscire a tutelare la difesa e la sicurezza,

avere il controllo delle tecnologie e delle energie che alimenteranno le nostre economie,

decidere in che tipo di società e democrazia vogliamo vivere,

aprirci al mondo e scegliere partenariati con alleati, vecchi e nuovi.

L'obiettivo principale è avere la libertà e il potere di scrivere da soli il nostro destino

e sappiamo di poterlo fare.

Insieme abbiamo già mostrato quali risultati si possono raggiungere con ambizioni condivise, unità e senso di urgenza.

Ho perso il conto di quante volte mi è stato detto che l'Europa non poteva fare una determinata cosa.

L'ho sentito dire durante la pandemia, a proposito del piano di ripresa, della difesa, del sostegno all'Ucraina, della sicurezza energetica,

e così via.

Eppure ogni volta l'Europa è rimasta unita e ce l'ha fatta.

Ora dobbiamo fare lo stesso.

Perciò, onorevoli deputate, onorevoli deputati, il nocciolo della questione è semplice:

l'Europa è in grado di affrontare questa lotta?

È abbastanza unita e consapevole dell'urgenza?

Possiede la volontà e la capacità politica di raggiungere compromessi?

Oppure vogliamo solo litigare gli uni con gli altri

e farci paralizzare dalle nostre divisioni?

Sono domande a cui tutti dobbiamo rispondere: ogni Stato membro, ogni parlamentare, ogni membro della Commissione.

 

Nessuno escluso.

Per me la scelta è chiara.

L'appello che lancio oggi è quindi un appello all'unità.

Unità tra gli Stati membri,

unità tra le istituzioni dell'UE,

unità tra le forze democratiche europeiste di questo Parlamento.

L'intero collegio ed io siamo qui, pronti per far trasformare questo appello in realtà insieme a voi.

Pronti a rafforzare la maggioranza democratica europeista,

l'unica che può fare la differenza per gli europei.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

La libertà e l'indipendenza sono quello per cui stanno combattendo le persone in Ucraina.

Persone come Sasha e sua nonna.

Sasha aveva solo 11 anni all'epoca dell'attacco russo.

Lui e sua madre si erano rifugiati in un seminterrato a Mariupol.

Una mattina sono usciti per cercare qualcosa da mangiare

e in quel momento si è scatenato l'inferno:

una pioggia di bombe russe in un quartiere di civili.

È diventato tutto buio e Sasha ha sentito il viso bruciare:

aveva una scheggia appena sotto gli occhi.

Nel giro di pochi giorni i soldati russi hanno espugnato la città

e hanno portato Sasha e sua madre in quello che chiamano "campo di filtraggio".

In seguito Sasha è stato portato via,

Gli hanno detto che non aveva bisogno di sua madre,

che sarebbe andato in Russia e avrebbe avuto una mamma russa,

un passaporto russo,

un nome russo.

Lo hanno spedito nella regione occupata del Donetsk.

Lui però non si è arreso:

 

in una tappa durante il viaggio si è fatto prestare il telefono da uno sconosciuto

e ha chiamato la nonna, Liudmyla, che viveva nell'Ucraina libera.

"Baba, riportami a casa."

Lei non ha esitato nemmeno un secondo.

I suoi amici le hanno detto che era una follia,

ma Liudmyla ha mosso mari e monti per arrivare da lui.

Con l'aiuto del governo ucraino ha viaggiato attraverso la Polonia, la Lituania, la Lettonia e la Russia fino ai territori ucraini occupati.

Ha ritrovato Sasha

e rifacendo il lungo viaggio in direzione opposta lo ha riportato al sicuro.

Entrambi però hanno ancora il cuore spezzato.

Ogni giorno continuano a lottare per trovare la madre di Sasha, bloccata chissà dove a causa della brutale guerra russa.

Voglio ringraziare Sasha e Liudmyla per avermi consentito di condividere la loro storia.

Per me è un onore averli qui oggi.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

Vorrei rendere omaggio insieme a voi a Sasha, Liudmyla e all'instancabile lotta dell'Ucraina per la libertà.

 

Purtroppo la storia di Sasha non è affatto un caso isolato.

Ci sono decine di migliaia di bambini ucraini di cui non si sa nulla.

Sono stati catturati, minacciati e costretti a rinnegare la loro identità.

Dobbiamo fare tutto il possibile per aiutarli.

Per questo annuncio che, insieme all'Ucraina e ad altri partner, organizzerò un vertice della coalizione internazionale per il rimpatrio dei bambini ucraini.

Tutti i bambini rapiti devono tornare a casa.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

questa guerra deve finire con una pace giusta e duratura per l'Ucraina.

La libertà dell'Ucraina è la libertà dell'Europa.

Le immagini arrivate dall'Alaska non sono state facili da digerire,

ma pochi giorni dopo i leader europei sono andati a Washington per sostenere il presidente Zelensky e ottenere degli impegni concreti.

Da allora sono stati fatti dei concreti passi avanti.

Solo la settimana scorsa 26 paesi della coalizione dei volenterosi si sono detti pronti a far parte di una forza di rassicurazione in Ucraina o a dare un contributo finanziario, nel contesto di un cessate il fuoco.

Continueremo a sostenere tutti gli sforzi diplomatici per mettere fine alla guerra,

ma tutti abbiamo visto cosa intende la Russia per "diplomazia".

Putin rifiuta di incontrare il presidente Zelensky.

La settimana scorsa la Russia ha lanciato il più alto numero di droni e missili balistici mai registrato in un unico attacco.

Ieri c'è stato un attacco missilistico in un villaggio del Donetsk, contro un gruppo di persone che erano in fila per ritirare la pensione.

Ci sono stati più di 20 morti.

E oggi stesso abbiamo assistito a una violazione sconsiderata e senza precedenti dello spazio aereo polacco ed europeo da parte di più di dieci droni russi.

L'Europa è pienamente solidale con la Polonia.

Il messaggio di Putin è chiaro,

e chiara deve essere la nostra risposta.

Dobbiamo fare ancora più pressione sulla Russia perché si sieda al tavolo dei negoziati.

Servono altre sanzioni.

Al momento siamo al lavoro sul 19º pacchetto, in coordinamento con i nostri partner.

In particolare ci stiamo concentrando su come accelerare l'eliminazione graduale dei combustibili fossili russi, sulla flotta ombra e sul ruolo dei paesi terzi.

Allo stesso tempo serve un maggiore sostegno all'Ucraina.

Nessuno ha contribuito quanto l'Europa,

che finora ha concesso quasi 170 miliardi di € di aiuti militari e finanziari.

Ne serviranno ancora,

ma non dovrebbero essere solo i contribuenti europei a subirne le conseguenze.

La Russia ha scatenato questa guerra ed è la Russia a dover pagare.

Per questo dobbiamo trovare urgentemente una nuova soluzione per finanziare lo sforzo bellico dell'Ucraina usando i beni russi bloccati.

Grazie alle disponibilità liquide associate a tali beni, potremo fornire all'Ucraina un prestito di risarcimento (Reparations Loan).

I beni veri e propri non verranno toccati.

L'assunzione dei rischi dovrà essere collettiva.

L'Ucraina rimborserà il prestito solo una volta che la Russia avrà pagato i risarcimenti.

I fondi aiuteranno l'Ucraina nell'immediato,

ma saranno cruciali anche per la sua sicurezza a medio e lungo termine.

Ad esempio finanzieranno il rafforzamento delle forze armate come prima linea di garanzie di sicurezza.

Proporremo un nuovo programma,

denominato Vantaggio militare qualitativo (Qualitative Military Edge),

che sosterrà gli investimenti nelle capacità delle forze armate ucraine.

I droni sono un esempio perfetto.

Prima della guerra l'Ucraina non ne aveva.

Oggi invece oltre due terzi delle perdite russe di attrezzature derivano dall'uso dei droni da parte dell'Ucraina.

Non si tratta solo di un vantaggio sul campo di battaglia,

ma anche di una dimostrazione del potere dell'ingegno umano nelle società aperte.

Tuttavia la Russia sta recuperando rapidamente, anche grazie ai droni Shahed di progettazione iraniana,

e sta sfruttando la propria produzione industriale di massa.

Nella sola notte di sabato ha inviato in Ucraina 800 droni.

Insomma, l'ingegno umano ha aiutato la difesa dell'Ucraina,

ma la forza bruta dell'industria avversaria rischia di vanificare gli sforzi.

Possiamo quindi utilizzare la nostra forza industriale per aiutare l'Ucraina a rispondere a questi attacchi con i droni.

Possiamo contribuire a trasformare l'ingegnosità ucraina in un vantaggio sul campo di battaglia e in un processo di industrializzazione condiviso.  

È per questo che l'Europa anticiperà 6 miliardi di € dai prestiti per l'accelerazione delle entrate straordinarie e concluderà un'Alleanza per i droni (Drone alliance) con l'Ucraina.

L'Ucraina ha le capacità necessarie.

Ora ha bisogno di applicarle su vasta scala.

Possiamo farlo insieme, affinché l'Ucraina mantenga il suo vantaggio e l'Europa rafforzi il proprio.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

l'economia di guerra di Putin continuerà anche se la guerra finisce.

L'Europa deve perciò essere pronta ad assumersi la responsabilità della propria sicurezza.

Naturalmente, la NATO resterà sempre fondamentale,

ma solo una posizione di difesa europea forte e credibile può garantire la nostra sicurezza.

In questi ultimi anni abbiamo compiuto progressi di portata storica nel costruire la nostra Unione europea della difesa.

All'inizio di quest'anno abbiamo avviato il piano "Prontezza 2030", che potrebbe mobilitare fino a 800 miliardi di € di investimenti nel settore della difesa.

Ne fa parte anche il programma SAFE, pronto a fornire 150 miliardi di € per acquisti congiunti.

Diciannove Stati membri hanno già presentato domanda.

Il programma è già al completo.

È una buona notizia.

Ci adoperiamo inoltre per offrire un incentivo a chi sostiene l'Ucraina o acquista materiale ucraino.

È un aiuto finanziario di emergenza per far fronte a una necessità urgente.

La settimana scorsa, quando ho visitato gli Stati membri in prima linea, ho potuto constatarlo con i miei occhi:

nessuno conosce la minaccia russa meglio di loro.

Non c'è alcun dubbio: il versante orientale dell'Europa protegge tutto il continente,

dal Mar Baltico al Mar Nero.

Per questo motivo dobbiamo investire per sostenerli con una Sorveglianza del versante orientale (Eastern Flank Watch)

e dotare l'Europa di mezzi strategici indipendenti. 

Dobbiamo investire nella sorveglianza spaziale in tempo reale in modo che nessun movimento di forze passi inosservato.

Dobbiamo rispondere all'appello dei nostri amici baltici e costruire questo muro di droni.

Non è un'ambizione astratta.

È il fondamento di una difesa credibile.

Una capacità europea sviluppata, utilizzata e mantenuta congiuntamente, in grado di reagire in tempo reale e che non dia adito ad alcun dubbio sulle nostre intenzioni.

L'Europa difenderà ogni centimetro quadrato del suo territorio.

In tutti i paesi che ho visitato ho sentito lo stesso messaggio: non abbiamo tempo da perdere.

In occasione del prossimo Consiglio europeo presenteremo una tabella di marcia chiara,

per avviare nuovi progetti comuni in materia di difesa,

fissare obiettivi precisi per il 2030

e creare un semestre europeo della difesa.

Il 2030 è dietro l'angolo.

L'Europa deve prepararsi già oggi.

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

la parola indipendenza implica la facoltà di poter scegliere il nostro destino.

Ed è per questo che l'Ucraina sta lottando.

Ed è questo ciò che meritano tutti gli europei.

Perché il concetto di Europa è radicato in un'idea ben precisa: l'idea di libertà e di rafforzamento reciproco.

La stessa idea che ha guidato la generazione all'indomani del 1989,

l'anno che ha segnato la riunificazione tra Est e Ovest.

Un'idea grandiosa, ora come allora.

Ed è per questo motivo che stiamo avvicinando i futuri Stati membri alla nostra Unione:

investendo, sostenendo riforme e promuovendo l'integrazione nel mercato unico.

Dobbiamo tenerci al passo con questo processo basato sul merito.

Perché solo un'Europa unita – e riunita – potrà essere indipendente.

 

Un'Unione più ampia e più forte costituisce una garanzia di sicurezza per tutti noi.

Perché il futuro dell'Ucraina, della Moldova e dei Balcani occidentali risiede nella nostra Unione.

È giunta l'ora di rendere la prossima riunificazione dell'Europa una realtà.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

quello che sta accadendo a Gaza ha scosso le coscienze di tutto il mondo.

Persone uccise mentre implorano di ricevere cibo.

Madri che si stringono ai corpi senza vita dei propri bambini.

Queste immagini sono semplicemente devastanti.

Desidero quindi partire da un messaggio molto chiaro:

la carestia provocata dall'uomo non può e non potrà mai essere usata come arma da guerra.

Per il bene dei bambini come per il bene dell'umanità, si deve porre fine a queste atrocità.

 

Atrocità sintomo di un cambio di rotta divenuto più sistematico negli ultimi mesi, che ha portato a una situazione semplicemente inaccettabile.

Abbiamo assistito al "soffocamento finanziario" dell'Autorità palestinese.

Ai piani per un progetto di insediamento nel cosiddetto blocco E1, che in sostanza separerebbe la Cisgiordania occupata da Gerusalemme Est.

Alle azioni e alle dichiarazioni dei ministri più estremisti del governo israeliano che incitano alla violenza.

Tutto ciò denota il chiaro tentativo di compromettere la soluzione fondata sulla coesistenza dei due Stati,

come anche di minare la visione di uno Stato palestinese sostenibile. E noi non dobbiamo permettere che ciò accada.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

mi affligge davvero pronunciare queste parole.

E so che l'incapacità dell'Europa di concordare una via comune è altrettanto dolorosa per molti cittadini.

Gli stessi cittadini che si chiedono a che punto si dovrà arrivare prima di ottenere una risposta univoca.

Lo comprendo.

Perché quello che sta accadendo a Gaza è inammissibile.

 

E perché l'Europa deve assumere un ruolo guida, come ha già fatto in passato.

Il nostro sostegno finanziario e gli aiuti umanitari superano di gran lunga quelli di qualsiasi altro partner.

Il nostro impegno a favore di un'Autorità palestinese sostenibile mantiene viva la fattibilità della soluzione dei due Stati.

E dobbiamo esortare gli altri partner a intervenire con urgenza, sia nella regione che al di fuori di essa.

 

Ma, naturalmente, l'Europa deve fare di più.

Molti Stati membri si sono mossi autonomamente.

Da parte nostra, abbiamo proposto di sospendere parzialmente i finanziamenti nell'ambito di Orizzonte Europa,

ma l'iniziativa è bloccata dall'assenza di una maggioranza.

Dobbiamo rimediare a questo problema.

Non possiamo permetterci di rimanere paralizzati.

Per questo motivo proporrò un pacchetto di misure che delineino la via da seguire.

 

In primo luogo, la Commissione farà da sola tutto ciò che è in suo potere.

Sospenderemo il nostro sostegno bilaterale a Israele.

Interromperemo tutti i pagamenti nei settori interessati, senza compromettere la collaborazione con la società civile israeliana o lo Yad Vashem.

In secondo luogo, presenteremo due nuove proposte al Consiglio.

Proporremo sanzioni da comminare ai ministri estremisti e ai coloni violenti.

Proporremo anche la sospensione parziale dell'accordo di associazione sulle questioni commerciali.

Raggiungere la maggioranza sarà difficile e ne sono cosciente.

E so che i provvedimenti proposti risulteranno eccessivi per alcuni,

insufficienti per altri.

Ma è giunto il momento di assumerci le nostre responsabilità e lo dobbiamo fare tutti: Parlamento, Consiglio e Commissione.

In terzo luogo, il mese prossimo istituiremo un gruppo di donatori per la Palestina (Palestine Donor Group), che prevede uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza.

Si tratta di un'iniziativa su scala internazionale che vedrà la collaborazione con i partner regionali

e prenderà le mosse dal processo avviato dalla conferenza di New York organizzata da Francia e Arabia Saudita.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

sono un'amica di lunga data del popolo israeliano.

So quanto gli atroci attacchi del 7 ottobre perpetrati dai terroristi di Hamas abbiano scosso nel profondo la nazione di Israele.

A più di 700 giorni da quella terribile giornata, gli ostaggi continuano a essere nelle mani del gruppo terroristico.

Sono 700 giorni di dolore e sofferenza.

Non ci sarà mai posto per Hamas, né ora né mai.

Perché sono terroristi e perché puntano a distruggere Israele.

E stanno seminando il terrore anche tra la propria popolazione,

tenendone in ostaggio il futuro.

 

L'obiettivo dell'Europa è sempre stato lo stesso:

garantire una sicurezza concreta per Israele e un presente e un futuro sicuri per tutti i palestinesi.

Questo presuppone il rilascio degli ostaggi,

l'accesso degli aiuti umanitari senza restrizioni

e la proclamazione immediata di un cessate il fuoco.

Nel lungo periodo, tuttavia, l'unico piano di pace realistico è quello della soluzione dei due Stati.

Quello che vede i due popoli vivere fianco a fianco in pace e sicurezza.

Con un Israele in sicurezza, un'Autorità palestinese sostenibile e la rimozione dell'orribile piaga che è Hamas.

Sono questi gli ideali che l'Europa ha sempre sostenuto

ed è giunto il momento di unire le forze per tradurli in realtà.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

per essere indipendente l'Europa deve riuscire a competere nel periodo turbolento che stiamo attraversando.

Qui in Europa abbiamo tutto il necessario per prosperare: dal mercato unico all'economia sociale di mercato,

ma sentiamo il peso delle difficoltà economiche e geopolitiche cui siamo confrontati.

E abbiamo visto come le dipendenze possono essere usate contro di noi.

 

Per questo motivo investiremo massicciamente nelle tecnologie digitali e pulite.

A ciò aggiungeremo ulteriori investimenti nell'ambito del futuro Fondo per la competitività e nel quadro del programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa, la cui dotazione di bilancio sarà raddoppiata.

Stiamo inoltre eliminando le principali strozzature individuate dalla relazione Draghi, che vanno dall'energia ai capitali, dagli investimenti alla semplificazione.

Abbiamo tenuto dialoghi strategici con i rappresentanti di settori chiave, quali quelli delle automobili, dei prodotti chimici, dell'acciaio, dei prodotti farmaceutici, della difesa e dell'agricoltura,

e sono tutti concordi su un principio:

per proteggere i posti di lavoro dobbiamo agevolare l'attività imprenditoriale in Europa.

In più, i pacchetti omnibus che abbiamo presentato finora faranno davvero la differenza:

meno burocrazia, meno sovrapposizioni, meno norme complesse.

Grazie alle nostre proposte, le imprese europee otterranno una riduzione dei costi burocratici per otto miliardi di € all'anno.

L'euro digitale, ad esempio, agevolerà tanto le imprese quanto i consumatori.

Stiamo mettendo a punto altri pacchetti omnibus, come quelli per la mobilità militare e per il digitale.

Per le imprese innovative stiamo elaborando il cosiddetto 28° regime e stiamo accelerando i lavori sull'Unione europea del risparmio e degli investimenti.

Questo perché molte delle nostre start-up presentano un alto potenziale in tecnologie chiave quali quella quantistica, l'IA o le biotecnologie.

Man mano che queste imprese crescono, tuttavia, la limitata disponibilità di capitale di rischio le costringe a rivolgersi a investitori stranieri.

L'Europa perde così ricchezza e posti di lavoro,

il che ne mina la sovranità tecnologica.

Per questo motivo la Commissione collaborerà con gli investitori privati nell'ambito di un fondo Scaleup Europe, caratterizzato da una dotazione di diversi miliardi di euro.

Il fondo contribuirà a realizzare ingenti investimenti in imprese giovani e in rapida crescita che operano in settori tecnologici critici.

Perché vogliamo che sia il meglio dell'Europa a scegliere l'Europa.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

la nostra principale risorsa è il mercato unico, che però rimane incompiuto.

Secondo le stime dell'FMI, gli ostacoli interni al mercato unico equivalgono a tariffe del 45% sulle merci

e del 110% sui servizi.

Pensiamo a quante opportunità stiamo perdendo.

Inoltre, come evidenziato nella relazione Letta, il mercato unico rimane principalmente incompleto in tre settori: servizi finanziari, energia e telecomunicazioni.

Abbiamo bisogno di scadenze politiche puntuali.

Ecco perché presenteremo una tabella di marcia per il mercato unico da qui al 2028,

che riguarderà i capitali, i servizi, il settore energetico, le telecomunicazioni, il 28° regime e la "quinta libertà" per la circolazione della conoscenza e dell'innovazione.

Se una cosa è quantificabile, può essere realizzata.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

queste iniziative sosterranno anche gli investimenti nelle tecnologie che alimentano la nostra economia,

come quelle pulite e digitali.

Penso all'intelligenza artificiale.

Per assicurare la nostra indipendenza futura è essenziale istituire un'IA europea,

che contribuirà a potenziare le nostre industrie e le nostre società,

dall'assistenza sanitaria alla difesa.

A tal fine porremo le prime pietre angolari, come l'atto legislativo sullo sviluppo del cloud e dell'IA e lo spazio di sperimentazione per la quantistica (Quantum Sandbox).

Stiamo investendo massicciamente nelle gigafabbriche di IA europee,

che sostengono le nostre start-up innovative nello sviluppo, nell'addestramento e nella diffusione dei loro modelli di IA di prossima generazione.

Alla nostra richiesta di unire le forze il settore privato ha risposto in modo entusiastico.

Proprio oggi incontrerò gli amministratori delegati di alcuni fra i maggiori campioni tecnologici europei (European tech champions),

che rilasceranno una dichiarazione sull'IA e le tecnologie europee,

segno del loro impegno a investire nella sovranità tecnologica dell'Europa.

 

Lo stesso approccio va adottato in relazione alle tecnologie pulite, dall'acciaio alle batterie.

Il settore europeo delle tecnologie pulite deve restare in Europa – e dobbiamo agire con urgenza.

 

Con il patto per l'industria pulita abbiano individuato i principali ostacoli che impastoiano questi settori.

Ora dobbiamo accelerare l'attuazione.

Perché gli investitori vogliono la certezza che, quando investono, potranno contare sulla domanda di prodotti puliti europei.

È per questo motivo che la nostra azione dev'essere incentrata sui mercati guida:

per innescare un circolo virtuoso

nel quale la domanda e l'offerta crescono e i prezzi diminuiscono.

Sul versante dell'offerta, vareremo un pacchetto di sostegno per le batterie (Battery Booster).

Il pacchetto metterà a disposizione 1,8 miliardi di € di equity per potenziare la produzione in Europa.

Le batterie sono essenziali per altre tecnologie pulite, in particolare i veicoli elettrici.

L'iniziativa rafforza quindi un caposaldo della nostra indipendenza.

Sul versante della domanda, dobbiamo stimolare con urgenza la domanda di leadership industriale europea nelle tecnologie pulite.

In quest'ottica introdurremo negli appalti pubblici un criterio relativo al "made in Europe".

Quando investiamo nel Global Gateway, ad esempio, offriamo ai partner forti incentivi per comprare europeo.

Ne sono certa: la tecnologia pulita di domani continuerà a essere prodotta in Europa.

Ma, perché questo accada, dobbiamo assicurarci che la nostra industria possa procurarsi i materiali qui in Europa.

E l'unica soluzione è creare un'economia davvero circolare.

Dobbiamo quindi avanzare più spediti con l'atto legislativo sull'economia circolare

e procedere nei settori che sono pronti.

Infine dobbiamo mantenere lo slancio.

La Commissione proporrà pertanto un atto su un acceleratore industriale per i settori e le tecnologie chiave strategici.

Riassumendo, sul fronte delle tecnologie digitali e pulite, dobbiamo essere più rapidi, più intelligenti, più europei.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

già oggi oltre il 70% della nostra energia elettrica proviene da fonti a basse emissioni di anidride carbonica.

Siamo leader mondiali per numero di brevetti di tecnologie pulite, davanti agli Stati Uniti e testa a testa con la Cina.

In termini di capitale di rischio stiamo recuperando terreno rispetto agli Stati Uniti e siamo in netto vantaggio sulla Cina.

Siamo decisamente sulla buona strada per centrare l'obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030.

Ecco che cosa è in grado di fare il Green Deal europeo.

Dobbiamo mantenere la rotta verso i nostri obiettivi climatici e ambientali.

 

La scienza non dà adito a dubbi.

Le argomentazioni economiche e di sicurezza sono altrettanto convincenti.

Questa trasformazione è a tutti gli effetti cruciale per renderci indipendenti.

Perché riduce le nostre dipendenze energetiche.

Perché la produzione circolare ridimensiona quelle strategiche.

E perché crea industrie all'avanguardia che possono esportare soluzioni.

E proprio di soluzioni è alla ricerca il Sud del mondo, dall'Africa all'India fino all'Asia centrale.

Si tratta di mercati in rapida evoluzione; chi li dominerà è ancora tutto da vedere.

Noi possiamo rispondere a questa domanda crescente di soluzioni,

ma non è scontato.

È per questo che, dieci anni dopo l'accordo di Parigi, la Commissione ha proposto traguardi per il 2040.

So che molti sono preoccupati per l'entità della sfida che ci attende.

Per questa ragione la transizione deve sostenere le persone e irrobustire l'industria.

Ciò significa anche catalizzare un aumento massiccio degli investimenti pubblici e privati.

Aprire mercati guida per i prodotti puliti e circolari, in grado di creare posti di lavoro e promuovere gli investimenti in Europa.

Garantire una transizione giusta per tutti, ad esempio sfruttando il Fondo sociale per il clima.

Assicurare condizioni di parità a livello mondiale, in particolare puntando sulla fissazione del prezzo del carbonio.

L'Europa deve tutelare le sue industrie.

Stanno facendo la cosa giusta, ovvero decarbonizzare:

dovrebbero essere premiate e incentivate.

In caso contrario rischiamo di trovarci a dipendere dalle importazioni, siano esse di acciaio per i produttori di auto o di fertilizzanti per gli agricoltori.

Saremmo alla mercé dei prezzi, dei volumi e della qualità che altri sono disposti e in grado di offrirci.

Prendiamo ad esempio l'acciaio e altri metalli.

La sovraccapacità globale erode i margini e non incentiva a pagare un extra per prodotti puliti.

Di conseguenza per l'industria siderurgica europea diventa più difficile investire nella decarbonizzazione.

Per questa ragione la Commissione proporrà un nuovo strumento commerciale a lungo termine che si sostituirà alle misure di salvaguardia sull'acciaio, ormai prossime alla scadenza.

L'Europa continuerà a essere aperta.

Siamo favorevoli alla concorrenza,

ma proteggeremo sempre la nostra industria da quella sleale.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

quando parliamo di competitività, parliamo di posti di lavoro.

Parliamo di persone e dei loro mezzi di sussistenza.

A conti fatti, se vogliamo un'economia competitiva, dobbiamo mettere i lavoratori nelle giuste condizioni.

Proporremo quindi un atto legislativo sui posti di lavoro di qualità,

per far sì che l'occupazione tenga il passo con l'economia di oggi.

Si tratta di un aspetto importante perché sappiamo che molte famiglie sono in difficoltà.

I costi lievitano,

le persone faticano ad arrivare a fine mese.

È una questione basilare di giustizia sociale.

Per questo motivo abbiamo urgente bisogno di un'ambiziosa strategia europea contro la povertà,

in cui definiremo il nostro piano per contribuire a eradicare la povertà entro il 2050.

Sarà accompagnata da una solida garanzia per l'infanzia, tesa a mettere al riparo bambini e bambine dalla povertà.

 

Presenteremo anche una serie di pacchetti sull'accessibilità economica e il costo della vita.

Permettetemi di fare quattro esempi:

il primo è l'energia.

Quando aumentano i costi dell'energia, non cambiano solo le cifre in bolletta,

ma ne risente ogni singolo aspetto della vita delle persone.

All'apice della crisi dell'energia degli ultimi anni, l'Europa è scesa in campo.

Grazie a questo sforzo collettivo, nel giro di poco tempo siamo riusciti a stabilizzare i prezzi e garantirci un approvvigionamento sicuro.

Ora ci stiamo avvicinando all'indipendenza energetica,

ma le bollette dell'energia sono ancora causa di apprensione per milioni di europei

e i costi per l'industria restano elevati a livello strutturale.

Sappiamo qual è stata la causa dell'aumento dei prezzi: la dipendenza dai combustibili fossili russi.

È giunto il momento di liberarcene.

Sappiamo anche che cosa fa scendere i prezzi: l'energia pulita prodotta localmente.

Dobbiamo produrre più energia da fonti rinnovabili interne, affidandoci al nucleare per il carico di base.

Ma dobbiamo anche investire con urgenza nelle infrastrutture e negli interconnettori e provvedere alla loro modernizzazione.

A tal fine proporremo un nuovo pacchetto sulle reti per rinforzare l'infrastruttura di rete e accelerare l'iter autorizzativo.

In aggiunta al pacchetto, oggi ho il piacere di annunciare una nuova iniziativa sulle autostrade energetiche.

Abbiamo individuato otto punti critici di congestione nelle nostre infrastrutture energetiche,

dallo stretto di Øresund al canale di Sicilia.

Ci adopereremo per sbloccarli uno a uno.

Riuniremo pubbliche amministrazioni e fornitori di servizi per affrontare tutte le questioni in sospeso.

Perché gli europei hanno bisogno di energia a prezzi accessibili nell'immediato.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

una casa non è solo quattro pareti e un tetto.

È sicurezza, calore, un ritrovo per amici e familiari.

È senso di appartenenza.

Eppure, per troppi europei oggi la casa è fonte di preoccupazione:

può essere sinonimo di debiti o incertezza.

Le cifre raccontano una realtà difficile.

I prezzi delle case sono saliti di oltre il 20% dal 2015,

 

mentre le licenze edilizie hanno registrato una flessione del 20% in cinque anni.

Non è una semplice crisi degli alloggi,

è una crisi sociale.

Indebolisce il tessuto sociale europeo

e la nostra coesione,

oltre a mettere a rischio la nostra competitività.

Il personale sanitario, gli insegnanti e i vigili del fuoco non possono permettersi di vivere nelle città in cui lavorano.

Gli universitari abbandonano gli studi perché non riescono a pagare l'affitto.

I giovani rimandano i progetti di mettere su famiglia.

Per tutti questi motivi, facendo tesoro dei vostri contributi, presenteremo già quest'anno il primo piano europeo per alloggi a prezzi accessibili.

L'obiettivo sono alloggi più economici, più sostenibili e di migliore qualità.

Sarà uno sforzo europeo, ma radicato nelle realtà locali.

Occorre ripensare completamente il modo in cui affrontiamo il problema.

Dobbiamo rivedere le norme sugli aiuti di Stato per consentire misure di sostegno agli alloggi.

Costruire nuovi alloggi, anche studenteschi, deve diventare molto più semplice.

Presenteremo anche una proposta di legge sugli affitti a breve termine per superare le criticità che ancora permangono.

Serve la collaborazione di tutti i membri della società, i legislatori e le parti interessate.

In questo spirito convocheremo il primo vertice dell'UE sugli alloggi per garantire che l'argomento resti in cima all'ordine del giorno.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

gli alloggi sono indissolubilmente legati alla dignità,

all'equità,

e al futuro dell'Europa.

Otto anni fa il pilastro europeo dei diritti sociali ha sancito il diritto sociale all'alloggio in Europa.

È tempo di concretizzare questa promessa.

 

Il terzo esempio su cui mi vorrei soffermare sono le auto,

pilastro della nostra economia e della nostra industria,

motivo di vanto per l'Europa.

Dal settore automobilistico dipendono milioni di posti di lavoro.

Qualche mese fa abbiamo concesso più flessibilità per raggiungere gli obiettivi settoriali per il 2025:

sta funzionando.

Per quanto riguarda la neutralità tecnologica, stiamo preparando il riesame del 2035.

Milioni di europei vogliono comprare auto europee a prezzi ragionevoli.

Di conseguenza, dobbiamo investire anche in veicoli piccoli e poco costosi,

per andare incontro tanto al mercato europeo quanto all'impennata della domanda mondiale.

Proporremo quindi all'industria di collaborare a un'iniziativa su auto di piccole dimensioni a prezzi contenuti.

Sono del parere che l'Europa dovrebbe avere la sua "e-car".

"E" come ecologica: pulita, efficiente, leggera.

"E" come economica: alla portata di tutti.

"E" come europea: costruita in Europa, facendo affidamento su catene di approvvigionamento europee.

Non possiamo lasciare il mercato in mano alla Cina e agli altri concorrenti.

Non ci sono dubbi: il futuro è elettrico

e l'Europa ne farà parte.

Il futuro delle auto e le auto del futuro devono essere made in Europe.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

l'ultimo esempio che vi porto riguarda il cibo.

In Europa abbiamo accesso ad alimenti di alta qualità a prezzi abbordabili, prodotti da agricoltori e pescatori eccellenti:

uomini e donne che sono anche i custodi delle nostre terre e dei nostri mari, della nostra biodiversità,

la colonna portante della nostra sicurezza alimentare.

Ma vi sono circostanze che remano loro contro, dai costi elevati delle materie prime fino agli oneri burocratici e alla concorrenza sleale.

Ci stiamo muovendo su tutti questi fronti.

Abbiamo semplificato la PAC: meno burocrazia, più fiducia.

Abbiamo riservato fondi per il sostegno al reddito nel prossimo quadro finanziario pluriennale.

E abbiamo fatto in modo che i finanziamenti possano essere integrati da dotazioni nazionali e regionali.

Ma i nostri agricoltori hanno bisogno anche di concorrenza leale e condizioni di parità.

È una conditio sine qua non.

È per questo che l'accordo commerciale con il Mercosur prevede solide misure di salvaguardia, sostenute da risorse finanziarie qualora si renda necessaria una compensazione.

Dobbiamo anche consolidare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare.

Da troppo tempo il loro duro lavoro non è ricompensato come dovrebbe.

Gli agricoltori hanno diritto a percepire un prezzo equo per i loro prodotti, con un margine di profitto adeguato a sostenere le loro famiglie.

Esamineremo l'attuazione della normativa in materia di pratiche commerciali sleali.

E interverremo dove serve.

Oggi posso anche annunciare che incrementeremo il bilancio destinato alla promozione per varare una nuova campagna "Buy European food" a sostegno dei prodotti alimentari europei.

Perché siamo fieri di poter affermare che il cibo europeo è il migliore al mondo.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

quando parliamo di competitività e indipendenza dobbiamo parlare dei nostri rapporti con gli Stati Uniti.

Ho sentito tanti commenti in merito all'accordo che abbiamo raggiunto in estate

e comprendo le reazioni iniziali.

Permettetemi quindi di essere il più chiara possibile.

Quelle con gli Stati Uniti sono le nostre relazioni commerciali più importanti.

Le merci che esportiamo ogni anno verso gli Stati Uniti superano il valore di 500 miliardi di €.

Da queste relazioni commerciali dipendono milioni di posti di lavoro.

In qualità di presidente della Commissione non metterò mai a repentaglio i posti di lavoro o i mezzi di sussistenza delle persone.

Per questo motivo abbiamo concluso un accordo che ci permette di mantenere l'accesso delle nostre industrie al mercato.

E abbiamo fatto in modo che l'accordo raggiunto dall'Europa fosse il migliore possibile.

Abbiamo conferito un relativo vantaggio alle nostre imprese,

perché alcuni dei nostri concorrenti diretti sono soggetti a dazi molto più elevati da parte degli Stati Uniti.

È vero, partono forse da un'aliquota base inferiore.

Ma se consideriamo le esenzioni che siamo riusciti a ottenere e le tariffe aggiuntive che sono state imposte ad altri, ci siamo assicurati l'accordo migliore. Senza ombra di dubbio.

E voglio essere assolutamente chiara su un punto:

che si tratti di regolamentazioni ambientali o digitali,

siamo noi a stabilire le nostre norme,

siamo noi a stabilire le nostre regole.

L'Europa deciderà sempre da sé.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

io non credo nei dazi.

I dazi non sono altro che tasse.

Ma l'accordo garantisce una stabilità cruciale nelle nostre relazioni con gli Stati Uniti in un periodo di grave insicurezza globale.

Immaginate quali ripercussioni avrebbe una vera e propria guerra commerciale con gli Stati Uniti.

Immaginate il caos che ne deriverebbe.

E poi confrontate questa immagine con quella della Cina della settimana scorsa.

La Cina al fianco dei leader della Russia e della Corea del Nord.

Putin che si compiace delle relazioni instaurate tra la Russia e la Cina, strette come mai prima d'ora.

Sebbene non sorprendano più di tanto, questi sviluppi

rispecchiano una realtà in continua evoluzione.

In questo contesto due sono gli obiettivi prioritari per gli sforzi di indipendenza dell'Europa e per la sua posizione nel mondo.

Il primo è la necessità di incrementare la diversificazione e i partenariati.

L'80% dei nostri scambi commerciali avviene con paesi diversi dagli Stati Uniti.

Dobbiamo quindi sfruttare nuove opportunità.

In un momento in cui il sistema commerciale globale si sta sgretolando, noi garantiamo norme globali stipulando accordi bilaterali,

come quelli con il Messico o il Mercosur.

Oppure negoziamo un accordo storico con l'India, che sarà ultimato entro la fine di quest'anno.

 

Intendiamo inoltre creare una coalizione di paesi che condividono gli stessi principi per riformare il sistema commerciale globale, come l'accordo globale e progressivo di partenariato transpacifico.

Perché il commercio ci consente di rafforzare le catene di approvvigionamento,

rendere i mercati più aperti,

ridurre le dipendenze.

In definitiva si tratta di rafforzare la nostra sicurezza economica.

Il mondo vuole scegliere l'Europa.

E noi dobbiamo sviluppare rapporti commerciali con il mondo.

 

Il secondo obiettivo prioritario per l'Europa è intensificare gli sforzi lì dove altri hanno abbandonato.

Prendiamo la ricerca, per esempio.

Alla scienza non interessano passaporti, generi, etnie o colori politici.

La scienza è uno dei beni mondiali più preziosi.

Per questo motivo la Commissione ha annunciato il pacchetto "Scegliere l'Europa" di 500 milioni di € per attrarre e trattenere i migliori scienziati e ricercatori.

L'Europa deve assumere un ruolo guida anche nel campo della salute mondiale.

Siamo sull'orlo, se non perfino all'inizio, di un'altra crisi sanitaria globale.

In quanto medico per formazione sono inorridita dal propagarsi della disinformazione, che minaccia il progresso globale in qualsiasi campo, dalla lotta contro il morbillo a quella contro la poliomielite.

È per questo che oggi sono fiera di annunciare che l'UE guiderà una nuova iniziativa globale per la resilienza sanitaria (Global Health Resilience Initiative).

Perché il mondo guarda all'Europa e l'Europa è pronta ad assumere il ruolo di guida.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

l'indipendenza dell'Europa risiede nella tutela delle nostre libertà.

La libertà di decidere, di esprimere la propria opinione, di spostarsi in un intero continente.

La libertà di votare, di amare, di pregare.

 

Di vivere in un'Unione dell'uguaglianza.

La nostra democrazia e lo Stato di diritto sono i garanti di tali libertà.

Per questo motivo ci siamo dedicati a potenziare i nostri strumenti e a rafforzare l'applicazione delle norme.

Abbiamo istituito un nuovo ciclo sullo Stato di diritto che permette di individuare tempestivamente i problemi e risolverli attraverso il dialogo.

Abbiamo bisogno di un ciclo annuale integrato sullo Stato di diritto: un ritmo comune, traguardi chiari e contributi da parte di tutte le istituzioni.

E la nostra priorità deve essere quella di colmare le lacune esistenti.

Abbiamo rafforzato il legame tra i fondi dell'Unione e il rispetto dello Stato di diritto.

E lo rafforzeremo ancora di più con il prossimo bilancio a lungo termine.

Il rispetto dello Stato di diritto è una condicio sine qua non per poter usufruire dei finanziamenti dell'UE. Ora e in futuro.

 

La nostra democrazia è sotto attacco.

La manipolazione delle informazioni e la disinformazione crescenti stanno dividendo le nostre società,

erodendo non solo la fiducia nella verità, ma anche nella democrazia stessa.

Per questo motivo abbiamo urgente bisogno dello scudo europeo per la democrazia.

Abbiamo bisogno di maggiori capacità per monitorare e individuare la manipolazione delle informazioni e la disinformazione.

Intendiamo istituire pertanto un nuovo centro europeo per la resilienza democratica (European Centre for Democratic Resilience),

che riunirà tutte le competenze e le capacità degli Stati membri e dei paesi vicini.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

in diverse comunità di tutta Europa i media tradizionali sono in crisi.

In molte zone rurali, l'epoca in cui si andava a comprare il giornale locale è un lontano ricordo.

Questa situazione ha trasformato molti luoghi in deserti dell'informazione, in cui la disinformazione trova terreno fertile.

Si tratta di un fenomeno estremamente pericoloso per la nostra democrazia.

Perché i cittadini informati, che possono fidarsi di ciò che leggono e ascoltano, sono essenziali per far sì che chi è al potere sia chiamato a rendere conto del proprio operato.

E quando i media indipendenti sono smantellati o neutralizzati, la nostra capacità di monitorare la corruzione e preservare la democrazia è gravemente indebolita.

Per questo motivo il primo passo della strategia di un autocrate è sempre quello di neutralizzare i media indipendenti.

Perché il silenzio favorisce il regresso democratico e la corruzione.

Dobbiamo quindi impegnarci di più per proteggere i media e la stampa indipendente.

Intendiamo pertanto avviare un nuovo programma per la resilienza dei media (Media Resilience Programme), che sosterrà il giornalismo indipendente e l'alfabetizzazione mediatica.

Ma dobbiamo anche affiancare investimenti per rispondere ad alcune delle cause profonde di questa tendenza.

Per questo motivo abbiamo proposto di aumentare in modo significativo i finanziamenti destinati ai media nel prossimo bilancio.

Inoltre è necessario anche stimolare il capitale azionario privato.

Utilizzeremo pertanto i nostri strumenti in tal senso per sostenere i media indipendenti e locali.

Una stampa libera è il fondamento di qualsiasi democrazia.

E noi sosterremo la stampa europea affinché rimanga libera.

             

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

lo stesso vale per i social media,

che presentano numerosi vantaggi nel collegare le persone fra loro.

Ma vorrei sollevare una questione specifica,

ossia le conseguenze che si verificano quando diamo ai nostri figli un accesso senza restrizioni ai social media.

Come madre di sette figli e nonna di quattro nipoti, mi immedesimo nell'ansia che nutrono i genitori. Genitori che fanno del loro meglio per proteggere i figli

e temono che il telefono li esponga a tutta una serie di pericoli, anche solo quando fanno scrolling.

Bullismo online,

contenuti per adulti,

incoraggiamento all'autolesionismo.

Algoritmi che sfruttano le vulnerabilità dei minori con l'esplicito intento di creare dipendenza.

Tante madri e tanti padri si sentono troppo spesso impotenti e inermi,

travolti dallo tsunami dei colossi della tecnologia che inonda le loro case, le loro famiglie.

Sono fermamente convinta che a crescere i nostri figli debbano essere i genitori e non gli algoritmi.

La loro voce deve essere ascoltata.

Ecco perché oggi sono qui a dirvi che vi ascolto.

Così come ai miei tempi tutti noi, come società, abbiamo insegnato ai nostri figli che non dovevano fumare, bere e guardare contenuti per adulti prima di una certa età,

ritengo che sia il momento di considerare la possibilità di fare altrettanto per i social media.

I nostri amici in Australia hanno aperto la strada alle prime restrizioni dei social media.

Seguo con attenzione l'attuazione di questa politica per vedere quali potrebbero essere i prossimi passi da adottare qui in Europa.

Chiederò a un gruppo di esperti di fornirmi, entro la fine di quest'anno, un parere sul miglior approccio dal punto di vista europeo.

Affronteremo la questione con cautela e ascolteremo le voci di tutti.

In tutto il nostro operato saremo guidati dalla necessità di dotare i genitori degli strumenti giusti e di costruire un'Europa più sicura per i nostri figli.

Perché quando si tratta della sicurezza online dei nostri figli, l'Europa pensa ai genitori, non al profitto.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

proteggere la democrazia è il nostro compito più importante.

Per riuscirci, però, dobbiamo anche dimostrare che la democrazia offre soluzioni alle legittime preoccupazioni delle persone.

Un caso esemplare è quello della migrazione.

Abbiamo quindi proposto di triplicare le risorse destinate alla gestione della migrazione e delle frontiere nel prossimo bilancio,

in modo da poter gestire efficacemente la migrazione e proteggere le nostre frontiere esterne.

 

È però evidente che questo non basta.

Le cittadine e i cittadini europei hanno dimostrato di essere pronti ad aiutare chi fugge dalla guerra e dalle persecuzioni,

ma si sentono frustrati quando hanno l'impressione che le nostre regole non siano rispettate.

Dobbiamo pertanto intensificare i nostri sforzi.

Occorre un sistema che sia umano, ma non ingenuo.

Dobbiamo affrontare seriamente la questione del ritorno dei richiedenti asilo respinti ai loro paesi d'origine.

 

Non è accettabile che solo il 20% delle persone che non hanno il permesso di restare lasci davvero l'Europa.

Dobbiamo pertanto trovare rapidamente un accordo sul sistema comune di rimpatrio.

Non possiamo perdere altro tempo.

 

Dobbiamo inoltre garantire che il patto sulla migrazione e l'asilo sia attuato nella sua interezza non appena entrerà in vigore.

È rigoroso, ma equo.

E funzionerà solo se ogni Stato membro farà la sua parte:

da nord a sud, da est a ovest.

 

Naturalmente continueremo ad adempiere ai nostri obblighi internazionali.

Ma l'Europa è la nostra casa, siamo noi a decidere chi entra e a quali condizioni, non gli scafisti e i trafficanti,

che guadagnano milioni e milioni con le loro false promesse ciniche e mortali.

Dobbiamo distruggere il loro modello di attività.

Nel complesso le cifre indicano un calo, ma sono ancora troppe le persone che tentano di attraversare le frontiere illegalmente o che muoiono lungo il percorso.

Dobbiamo collaborare con i social media per porre fine alla pianificazione e alla promozione online delle operazioni di traffico di migranti.

Dobbiamo rafforzare la collaborazione con le compagnie aeree, in particolare lungo le rotte più problematiche, come quelle verso la Bielorussia.

Solo seguendo il denaro possiamo rintracciare le reti criminali e prosciugare le loro fonti di finanziamento.

Ci serve un nuovo regime sanzionatorio che prenda di mira gli scafisti e i trafficanti.

Per congelare i loro patrimoni.

Per limitare le loro possibilità di spostamento.

Per privarli dei loro profitti.

Il traffico di esseri umani è un'attività criminale e crudele: nessuno scafista o trafficante deve restare impunito in Europa.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

il messaggio che voglio trasmettere è semplice.

Ciò che conta per le cittadine e i cittadini europei conta anche per l'Europa.

Dobbiamo sempre essere all'altezza delle loro aspettative.

Questa estate tutti noi abbiamo visto le immagini delle foreste e dei paesi dell'Europa avvolti dalle fiamme.

È bruciato più di un milione di ettari,

una superficie pari a circa un terzo del Belgio.

L'entità dei danni è enorme

e sappiamo che non si tratta di un caso isolato.

I cambiamenti climatici rendono le estati sempre più calde, difficili e pericolose.

Dobbiamo perciò impegnarci sempre più e sempre più risolutamente puntando alla resilienza e all'adattamento ai cambiamenti climatici e a soluzioni basate sulla natura.

Ma dobbiamo anche dotarci degli strumenti per rispondere.

Per questo proporremo di creare un nuovo hub europeo per la lotta agli incendi (European firefighting hub) con sede a Cipro, che potrà sostenere anche i paesi nostri vicini.

Sappiamo che il nostro meccanismo di protezione civile può fare la differenza.

Nel corso dell'estate 760 coraggiosi cittadini e cittadine europei sono stati inviati in tutta Europa.

Si sono letteralmente lanciati contro le fiamme.

Vorrei concludere il mio discorso rendendo omaggio a tutti loro: ai vigili del fuoco, ai piloti, alle squadre.

A tutte le persone che non si sono tirate indietro.

Vorrei raccontarvi la storia di un gruppo di venti guardie forestali greche,

specializzate nel domare gli incendi boschivi più minacciosi.

Quando sono scoppiati gli incendi nella regione delle Asturie, la Spagna ha chiesto aiuto all'Europa.

E la Grecia ha risposto all'appello.

Le fiamme erano talmente estese che si sarebbe potuto vedere il fumo dallo spazio.

Per cinque giorni le venti guardie forestali greche hanno combattuto al fianco dei loro colleghi spagnoli.

Le fiamme si avvicinavano sempre di più al paese di Genestoso, ma loro combattevano giorno e notte per arginare quell'inferno.

E alla fine, insieme, sono riusciti a domare l'incendio e a salvare il paese.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

è un onore poter accogliere qui con noi oggi uno di questi eroi:

il capo della squadra greca, il tenente Nikolaos Paisios.

Signor Tenente, caro Nikolaos,

il Suo coraggio è fonte di ispirazione per tutti noi.

Per la Sua forza, il Suo impegno, e la Sua straordinaria leadership:

ευχαριστώ – a Lei e alla Sua squadra di eroi europei.

 

Onorevoli deputate, onorevoli deputati,

questa è l'Europa che forma una sola comunità.

Questa è l'Europa che amo.

Questa è l'Europa che dobbiamo proteggere a qualunque costo.

E dobbiamo farlo insieme.

Desidero collaborare con questo Parlamento e con tutte le forze democratiche europeiste per rispondere alle attese delle cittadine e dei cittadini europei.

Lavorerò su pacchetti legislativi che rafforzino questa maggioranza europeista.

Sono lieta, cara Roberta, che abbiamo potuto rinnovare l'accordo quadro tra la Commissione e il Parlamento,

che consoliderà la nostra cooperazione

e ci consentirà di lavorare sulle riforme concrete di cui abbiamo bisogno.

Io sostengo il diritto d'iniziativa del Parlamento europeo.

E ritengo che sia necessario passare alla maggioranza qualificata in alcuni ambiti, ad esempio in politica estera.

È arrivato il momento di liberarci delle catene dell'unanimità.

Dobbiamo fare in modo che la nostra Unione agisca più rapidamente e sia in grado di rispondere alle attese delle cittadine e dei cittadini europei.

Perché solo così possiamo vincere insieme questa battaglia

e garantire l'indipendenza dell'Europa.

Non dimentichiamoci che abbiamo sempre dovuto lottare per le nostre libertà.

Dalla generazione che ha combattuto unita in tutto il nostro continente

alla stampa clandestina che ha tenuto viva la fiamma della libertà nell'Europa centrale e orientale durante la guerra fredda.

O ancora ai Fratelli della Foresta nei paesi baltici che si sono opposti all'oppressione sovietica in ogni circostanza.

Questa lotta, questa battaglia, è profondamente radicata nel nostro essere europei.

80 anni fa il nostro continente era un inferno in terra.

40 anni fa il nostro continente era diviso da un muro.

Ma, ad ogni occasione, le cittadine e i cittadini europei hanno deciso di lottare per un futuro migliore,

per un continente integro - per renderlo sempre più forte.

Ed è ciò per cui lotto ogni singolo giorno.

Viva l'Europa.

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05/09/2025

Cosa è stato fatto nei primi dieci mesi della nuova Commissione

Il 10 settembre, la Presidente von der Leyen pronuncerà al Parlamento europeo il primo discorso sullo stato dell'Unione dell'attuale mandato. In vista di questo importante momento, la Commissione presenta oggi una pubblicazione che fa il punto sul suo lavoro dal suo insediamento, avvenuto il 1° dicembre 2024. Questo documento evidenzia quanto la Commissione ha già realizzato in termini di impegni assunti con gli Orientamenti Politici e come ha mantenuto la rotta nell'attuale contesto globale, molto più volatile e competitivo.

Per rafforzare la competitività dell'Europa, la Commissione ha adottato misure importanti per semplificare le norme e ridurre la burocrazia, a sostegno della leadership europea nell'intelligenza artificiale, nell'innovazione rivoluzionaria e nelle tecnologie pulite. Abbiamo investito nella prosperità delle nostre regioni e nel futuro del nostro settore agricolo. La Commissione ha sostenuto con fermezza l'Ucraina. Per rafforzare la sicurezza e la prontezza dell'Europa, abbiamo avviato iniziative senza precedenti a sostegno dell'industria europea della difesa. Per rafforzare la sicurezza economica dell'UE e ridurre le eccessive dipendenze, la Commissione si è adoperata per ampliare la rete di partenariati dell'UE dal Regno Unito all'India e dal Sud-est asiatico al Sud America.

In un mondo sempre più incerto, l'UE si sta posizionando come un attore globale affidabile con cui i partner internazionali desiderano fare affari. La Commissione ha gettato basi importanti con un nuovo bilancio a lungo termine più semplice, ambizioso e flessibile per supportare al meglio le priorità attuali e future dell'Europa.

La pubblicazione è accompagnata da una cronologia che illustra in dettaglio l'attività della Commissione negli ultimi dieci mesi. La Presidente von der Leyen pronuncerà il suo discorso sullo stato dell'Unione davanti alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, mercoledì 10 settembre.

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22/08/2025

La BEI investe nelle imprese innovative attraverso un nuovo strumento

Il Gruppo Banca Europea per gli Investimenti (BEI) sta portando avanti il ​​suo programma TechEU per mobilitare 250 miliardi di euro di investimenti entro il 2027 per startup, scaleup e aziende innovative in tutta Europa, istituendo un sistema di accesso rapido per la ricerca di finanziamenti.

Il Gruppo BEI sostiene TechEU con una piattaforma che garantirà alle aziende risposte tempestive alle proposte di finanziamento.

La nuova piattaforma TechEU include un portale TechEU con un "Investment Readiness Checker" integrato, uno strumento web di facile utilizzo che consente alle startup e alle scaleup europee che operano nei settori delle tecnologie pulite, delle scienze della vita e delle tecnologie digitali di scoprire come il Gruppo BEI può supportare le loro ambizioni. La piattaforma funge da sportello unico per semplificare l'accesso a una gamma di prodotti azionari, strumenti di tipo azionario, debito, garanzie e servizi di consulenza pensati specificamente per gli imprenditori. Il TechEU Investment Readiness Checker farà il suo debutto commerciale il 27 agosto in occasione di una conferenza internazionale sull'innovazione in Danimarca. L'evento si chiama TechBBQ. Questo è solo un primo passo: la piattaforma verrà ulteriormente sviluppata, con l'aumento dei partecipanti all'ecosistema e delle opzioni di finanziamento disponibili.

"Una delle nostre massime priorità è garantire che gli innovatori europei ricevano i finanziamenti di cui hanno bisogno per avviare, espandere e prosperare in Europa, stimolando la crescita dell'economia europea", ha dichiarato Merete Clausen, Vicedirettrice Generale del FEI. "Per questo motivo stiamo lanciando la piattaforma TechEU, che semplificherà l'accesso a una varietà di strumenti di finanziamento".

Il programma TechEU è la più grande iniziativa di finanziamento per l'innovazione in Europa e mira a sostenere annualmente altri 1.000 innovatori e campioni tecnologici europei, riducendo sostanzialmente i vincoli di finanziamento per le imprese in fase di espansione. Per mobilitare almeno 250 miliardi di euro di investimenti, TechEU beneficia di 70 miliardi di euro in equity, quasi-equity, prestiti e garanzie del Gruppo BEI nel periodo 2025-2027.

La piattaforma funge anche da risorsa completa per le aziende, semplificando l'accesso a tutti gli strumenti di sostegno finanziario della BEI e del FEI durante l'intero ciclo di crescita dell'innovazione, compresi i servizi di consulenza forniti prima delle offerte pubbliche iniziali (IPO). Il programma TechEU si concentra su tecnologie pulite, tecnologie sanitarie, digitalizzazione e intelligenza artificiale, difesa, tecnologie spaziali e materie prime critiche. La prima ondata di finanziamenti si concentra sulle tecnologie pulite, con l'obiettivo di mobilitare 18 miliardi di euro di investimenti e rafforzare la leadership europea in questo settore.

Maggiori informazioni sulla piattaforma TechEU e sul TechEU Investment Readiness Checker saranno disponibili presso uno stand della BEI al TechBBQ o presso uno stand virtuale tramite l'app mobile TechBBQ.

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21/08/2025

Giornata Internazionale delle vittime di persecuzioni a causa della loro fede

Dichiarazione dell'Alto Rappresentante Kaja Kallas

In questa giornata, l'UE rende omaggio a tutti coloro che soffrono, o hanno sofferto, di intolleranza, discriminazione, ostilità, odio, persecuzione o violenza a causa della loro religione o credo, reale o percepita, o della sua assenza.

Nell'ultimo anno, il mondo ha continuato a vedere milioni di persone di diverse affiliazioni religiose, comunità o minoranze cadere vittime della violenza causata da conflitti, terrorismo, repressione, intimidazione di massa e incitamento all'odio. Intolleranza, estremismo, autoritarismo e odio motivato dai conflitti continuano a mettere a repentaglio i diritti e le libertà di troppe persone, mettendo a rischio le loro famiglie, comunità, siti religiosi e luoghi di culto.

L'UE sostiene fermamente il diritto di tutti gli individui a godere della libertà di pensiero, coscienza, religione o credo, e di manifestare o cambiare la propria religione o credo senza rischio di discriminazione, persecuzione o violenza. Ogni individuo ha il diritto di praticare la propria religione o credo individualmente o in comunità con altri, in privato o in pubblico. I siti del patrimonio religioso e i luoghi di culto devono essere protetti in ogni momento, soprattutto quando gruppi di persone che si riuniscono in tali luoghi sono esposti a minacce.

Invitiamo tutti gli Stati ad agire per combattere l'intolleranza, la discriminazione, l'odio e la violenza basati sulla religione o sul credo. La comunità internazionale deve promuovere una cultura di tolleranza religiosa, rispetto per la diversità e comprensione reciproca, e favorire il dialogo interreligioso e interculturale come strumenti essenziali per una convivenza pacifica. L'UE continua a lavorare per raggiungere questo obiettivo, ad esempio attraverso l'assegnazione, lo scorso anno, di finanziamenti UE a due progetti multinazionali che dureranno fino al 2027 in Asia e Africa, con l'obiettivo di promuovere la libertà di religione o di credo e proteggere le persone da discriminazioni, intolleranza e violenza basate sulla religione o sul credo.

L'UE è pronta a contribuire a costruire un mondo in cui persone di tutte le religioni e credenze, ovunque si trovino, possano godere pienamente dei propri diritti umani e vivere fianco a fianco senza paura, in libertà e in pace.

 

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10/08/2025

La Dichiarazione dei leaders europei in vista dell'incontro Trump-Putin in Alaska

"Accogliamo con favore l'impegno del Presidente Trump per fermare le uccisioni in Ucraina, porre fine alla guerra di aggressione della Federazione Russa e raggiungere una pace e una sicurezza giuste e durature per l'Ucraina.

Siamo convinti che solo un approccio che combini diplomazia attiva, sostegno all'Ucraina e pressione sulla Federazione Russa affinché ponga fine alla sua guerra illegale possa avere successo.

Siamo pronti a sostenere questo impegno diplomaticamente, nonché confermando il nostro sostanziale sostegno militare e finanziario all'Ucraina, anche attraverso l'operato della Coalizione dei Volenterosi, e confermando e imponendo misure restrittive nei confronti della Federazione Russa.

Condividiamo la convinzione che una soluzione diplomatica debba proteggere gli interessi vitali di sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa.

Concordiamo sul fatto che questi interessi vitali includano la necessità di garanzie di sicurezza solide e credibili che consentano all'Ucraina di difendere efficacemente la propria sovranità e integrità territoriale. L'Ucraina ha la libertà di scelta sul proprio destino. Negoziati significativi possono aver luogo solo nel contesto di un cessate il fuoco o di una riduzione delle ostilità. Il percorso verso la pace in Ucraina non può essere deciso senza l'Ucraina. Restiamo fedeli al principio secondo cui i confini internazionali non devono essere modificati con la forza. L'attuale linea di contatto dovrebbe essere il punto di partenza dei negoziati.

Ribadiamo che l'invasione illegale e immotivata dell'Ucraina da parte della Russia costituisce una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, dell'Atto Finale di Helsinki, del Memorandum di Budapest e dei successivi impegni assunti dalla Russia. Sottolineiamo il nostro incrollabile impegno a favore della sovranità, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dell'Ucraina.

Continuiamo a essere fermamente al fianco dell'Ucraina. Siamo uniti come europei e determinati a promuovere congiuntamente i nostri interessi. Continueremo a collaborare strettamente con il Presidente Trump e con gli Stati Uniti d'America, con il Presidente Zelenskyy e il popolo ucraino, per una pace in Ucraina che tuteli i nostri vitali interessi di sicurezza".

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25/07/2025

La BEI e Banca Ifis sostengono le farmaciste italiane

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e Banca Ifis hanno firmato un accordo da 200 milioni di euro per sostenere lo sviluppo delle farmacie in Italia, con particolare attenzione all'imprenditoria femminile e alla coesione. La firma è stata annunciata oggi dalla Vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti e dalla Vicepresidente di Banca Ifis Rosalba Benedetto.

"Questo accordo segna un ulteriore passo verso un'economia più inclusiva, dinamica e sostenibile. Sostenere le piccole e medie imprese rafforza il contesto imprenditoriale di un Paese e diventa ancora più un imperativo strategico quando l'accesso ai finanziamenti significa nuove opportunità per l'imprenditoria femminile, promuovendo crescita, innovazione e coesione sociale", ha dichiarato la Vicepresidente della BEI Gelsomina Vigliotti.

"Questo accordo conferma il nostro sostegno alle piccole e medie imprese italiane e il nostro impegno a sostegno della parità di genere e dell'imprenditoria femminile. Le farmacie che supportiamo con Banca Credifarma, specialista del settore, garantiscono l'accesso ai servizi di assistenza primaria sul territorio e rappresentano un punto di riferimento fondamentale per le comunità locali. Questo accordo rafforza il nostro percorso pluriennale con un'istituzione ai vertici dell'Unione Europea – la BEI – che da sempre pone le tematiche ambientali, sociali e di governance al centro delle sue iniziative, con l'obiettivo di accelerare la transizione sostenibile della nostra economia", ha dichiarato Rosalba Benedetto, Vicepresidente di Banca Ifis.

In concreto, l'accordo prevede che la BEI eroghi a Banca Ifis 100 milioni di euro attraverso la sottoscrizione di due contratti da 50 milioni di euro ciascuno, aprendo una linea di credito a tassi di interesse agevolati. Banca Ifis finanzierà l'importo erogato dalla BEI, portando il finanziamento complessivo offerto alle farmacie italiane a 200 milioni di euro. Il finanziamento sarà erogato da Banca Credifarma, istituto finanziario controllato da Banca Ifis e specializzato nel supporto alle esigenze delle farmacie.

Dei 200 milioni di euro totali, almeno il 30% (oltre 60 milioni di euro) sosterrà l'imprenditoria femminile nelle farmacie che soddisfano i seguenti criteri: i) almeno il 51% di proprietà femminile; ii) gestione femminile; iii) attuazione di politiche inclusive a favore dell'occupazione femminile, superiori alla media nazionale del settore. Particolare attenzione sarà rivolta alle farmacie situate nelle regioni beneficiarie del Fondo di coesione.

L'accordo firmato oggi è il sesto tra la BEI e Banca Ifis, con le due organizzazioni che hanno erogato oltre 800 milioni di euro alle piccole e medie imprese italiane dal 2019. Si tratta anche della prima linea di credito della BEI dedicata esclusivamente al settore farmaceutico italiano.

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15/07/2025

La politica di coesione cambia pelle

Nel contesto della revisione intermedia in corso della politica di coesione dell'UE, la presidenza del Consiglio ha raggiunto oggi un accordo provvisorio con i negoziatori del Parlamento europeo per affrontare al meglio le sfide strategiche attuali ed emergenti legate alla coesione economica, sociale e territoriale. Tra queste figurano, in particolare, la difesa e la sicurezza, la competitività e la decarbonizzazione, l'edilizia abitativa a prezzi accessibili, le misure relative all'acqua e le sfide che le regioni di confine orientali si trovano ad affrontare. 

Il cambiamento è riassunto nelle parole della Presidenza danese di turno al vertice del Consiglio: "L'UE deve fare molto di più per potenziare la propria difesa. L'accordo odierno, che si basa sul lavoro svolto e sull'accordo del Consiglio raggiunto durante la presidenza polacca, consentirà agli Stati membri di destinare i fondi di coesione dell'UE alla difesa, alla sicurezza e alla preparazione civile."

L'accordo provvisorio rprevede nuove norme che modificano i regolamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), del Fondo di coesione, nonché del Fondo per una transizione giusta (JTF) e del  Fondo sociale europeo Plus (FSE+). Il testo contiene modifiche mirate al quadro normativo dei fondi della politica di coesione per allineare le priorità di investimento all'evoluzione del contesto economico, sociale e geopolitico, nonché agli obiettivi climatici e ambientali dell'UE. Il loro obiettivo principale è allineare gli investimenti della politica di coesione alle nuove priorità, in particolare difesa e sicurezza, competitività e decarbonizzazione, alloggi a prezzi accessibili, accesso all'acqua, gestione sostenibile delle risorse idriche e resilienza idrica, transizione energetica e sfide che le regioni di confine orientali si trovano ad affrontare. A tal fine, il testo introduce maggiore flessibilità e incentivi per facilitare il rapido impiego delle risorse e accelerare l'attuazione dei programmi.

Elementi principali dell'accordo sono:

- l'introduzione di deroghe al Regolamento sulle Disposizioni Comuni (RDC) - il corpus unico di norme per i fondi UE erogati congiuntamente con gli Stati membri e le regioni - in materia di pubblicità delle operazioni nell'ambito degli obiettivi relativi alla difesa;
- l'abbassamento della soglia per ricevere bonus aggiuntivi a livello di programma, come un ulteriore prefinanziamento e una proroga di un anno dell'ultimo anno di ammissibilità, con particolare attenzione agli Stati membri che hanno un solo programma;
- l'attenzione particolare e un sostegno eccezionale alle regioni situate al confine orientale dell'Unione;
- l'introduzione di disposizioni aggiuntive in materia di flessibilità per gli Stati membri che soddisfano i requisiti di concentrazione tematica a livello di categoria di regioni;
- l'introduzione di un nuovo articolo in ciascun regolamento per confermare che gli impegni sospesi dalle misure adottate nel contesto del regolamento sulla condizionalità non possono essere soggetti a modifiche o trasferimenti di programma. Lo stesso vale per gli importi eccedenti l'importo di flessibilità e corrispondenti agli obiettivi specifici valutati negativamente dalla Commissione sulla base dell'applicazione delle condizioni abilitanti orizzontali previste dal Regolamento sulle disposizioni comuni (RDC).

Inoltre, nel caso del regolamento FESR e del Fondo di coesione, nonché del regolamento JTF, l'accordo introduce un'estensione del campo di applicazione per gli obiettivi specifici relativi alle infrastrutture energetiche e di difesa o alle infrastrutture a duplice uso.

Contesto

In attuazione del Piano ReArm Europe, il 1° aprile 2025 la Commissione ha pubblicato la comunicazione "Una politica di coesione modernizzata: revisione intermedia", unitamente a due proposte legislative che modificano: (i) i regolamenti sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), sul Fondo di coesione e sul Fondo per una transizione giusta (JTF), e (ii) il regolamento sul Fondo sociale europeo+.

Questo pacchetto coglie l'occasione della revisione intermedia in corso dei programmi di coesione, il cui obiettivo è riallocare la "riserva di flessibilità", corrispondente al 50% della dotazione di tutti i fondi per il 2026 e il 2027, per introdurre nuove priorità derivanti dalle attuali sfide geopolitiche ed economiche. Le proposte di adeguamento  dedicano particolare attenzione a: difesa e sicurezza, anche sotto il profilo della competitività,  regioni al confine orientali, alloggi a prezzi accessibili (compresi gli alloggi sociali), accesso all'acqua, gestione sostenibile delle risorse idriche e resilienza idrica, transizione energetica (decarbonizzazione) e sviluppo urbano. Prevedono, infine,  incentivi finanziari per i programmi che destinano la riserva di flessibilità a una qualsiasi di queste priorità (prefinanziamento più elevato e finanziamento UE fino al 100%). Qualora i programmi destinino almeno il 15% della loro dotazione a queste priorità, riceveranno un prefinanziamento aggiuntivo a titolo di bonus e una proroga dell'ammissibilità di un anno (fino al 31 dicembre 2030).

 

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09/07/2025

L'Europa si attrezza in caso di scarsità dei farmaci

La Commissione europea lancia due iniziative nell'ambito della Strategia "Preparedness Union" adottata ad aprile: la prima riguarda lo stoccaggio e la seconda la rapida adozione di contromisure mediche in caso di crisi. Entrambe mirano a migliorare l'accesso ai beni essenziali per i cittadini, le società, le imprese e le economie europee, garantendo la continuità di beni essenziali e forniture mediche salvavita in ogni momento, in particolare durante crisi come gravi blackout energetici, calamità naturali, conflitti o pandemie.

La Strategia europea di stoccaggio è finalizzata a garantire la sicurezza di beni essenziali, come cibo, acqua, petrolio, carburante e medicinali, in caso di crisi. Si tratta del primo approccio globale dell'UE in materia di stoccaggio.

Le azioni chiave della strategia di stoccaggio includono:

Strategia di stoccaggio

- Istituzione di una Rete Europea di Stoccaggio insieme con gli Stati membri per condividere le migliori pratiche, coordinare le scorte e sviluppare raccomandazioni congiunte.
- Individuazione di carenze e duplicazioni nelle scorte attraverso la condivisione di informazioni e il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri e con l'UE.
- Ampliamento delle scorte a livello UE per colmare le carenze di beni essenziali, con il supporto di iniziative come RescEU per attrezzature mediche, rifugi, generatori e altro ancora.
- Miglioramento dei trasporti e della logistica per una risposta rapida alle crisi.
- Promozione di partenariati civili-militari, pubblico-privati ​​e internazionali per massimizzare l'uso delle risorse in modo efficiente e tempestivo.

Strategia sulle Contromisure Mediche: rafforzare la preparazione alle crisi sanitarie

Con l'aumento delle epidemie e della resistenza antimicrobica, aggravato dai cambiamenti climatici, dal deterioramento della biodiversità e degli ecosistemi e dalle sfide geopolitiche, la Strategia dell'UE per le Contromisure Mediche mira ad accelerare lo sviluppo, la produzione, la distribuzione e l'accessibilità di strumenti medici salvavita.

Le azioni chiave della strategia includono:

- Promuovere vaccini antinfluenzali di nuova generazione, nuovi antibiotici per la resistenza antimicrobica, antivirali per le malattie trasmesse da vettori e migliorare l'accesso alle contromisure CBRN.
- Rafforzare l'intelligence e la sorveglianza sviluppando un elenco di contromisure mediche prioritarie, roadmap per la preparazione e sistemi sentinella per le acque reflue a livello UE e globale.
- Accelerare l'innovazione attraverso strumenti quali  l'Acceleratore delle Contromisure Mediche,gli Hubs di ricerca e sviluppo e l'espansione del programma HERA Invest.
- Garantire una produzione modulabile grazie alla EUFAB, che sono partenariati istituiti nel 2022 e finanziati dalla UE per rendere sempre disponibili capacità manufatturire e di produzione dei vaccini anche in situazioni di emergenza sanitarie, e alla nuova partnership RAMP UP.
- Migliorare l'accesso e la distribuzione dei farmaci attraverso appalti congiunti e il supporto per laboratori pronti all'uso. Rafforzare la cooperazione globale e la collaborazione intersettoriale, compresa la preparazione civile-militare, gli sforzi pubblico-privati, la preparazione dei cittadini e gli investimenti nella forza lavoro.

Contesto

La Strategia per lo stoccaggio di scorte nella UE e la Strategia sulle contromisure mediche sono due delle azioni chiave contenute nella Strategia dell'Unione per la preparazione alle emergenze, adottata nel marzo 2025. sulla base delle raccomandazioni fornite dal report Niinistö. In particolare la strategia di stoccaggio delle scorte a livello dell'UE integrerà tutti gli sforzi di settore esistenti in materia di stoccaggio, rafforzerà l'accesso alle risorse critiche in tutta l'UE e combinerà le riserve centralizzate a livello UE con i contributi degli Stati membri, con il supporto di partenariati pubblico-privati ​​per garantire efficienza, scalabilità ed economicità.

La relazione ha inoltre evidenziato l'urgente necessità di rafforzare la preparazione dell'UE alle minacce di ogni tipo. A tale proposito, la strategia sulle contromisure mediche mira a promuovere un'azione coordinata sia all'interno dell'UE che a livello globale per accelerare lo sviluppo, la produzione, la rapida distribuzione e l'accesso a strumenti medici salvavita, inclusi vaccini, terapie, dispositivi diagnostici e dispositivi di protezione individuale.

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04/07/2025

La Moldavia rafforza i legami con l'UE

Al primo vertice UE-Moldavia tenutosi a Chișinău, la Presidente della Commissione europea Ursulavon der Leyen, il Presidente del Consiglio europeo António Costa e la Presidente della Repubblica di Moldavia Maia Sandu hanno concordato di approfondire la cooperazione nell'interesse dei cittadini dell'UE e moldavi. I leader hanno discusso di adesione all'UE e relative riforme, crescita economica e cooperazione in materia di sicurezza e difesa, inclusa la lotta alle minacce ibride.

Durante il vertice, la Presidente von der Leyen ha annunciato lo stanziamento di 270 milioni di euro di prefinanziamento a titolo del Piano di crescita dell'UE per la Moldavia, pari a 1,9 miliardi di euro, a sostegno delle riforme del Paese e dell'avvicinamento della sua economia al mercato unico dell'UE. Questo stanziamento si tradurrà in un nuovo ospedale regionale di Bălți, nel ripristino del teleriscaldamento a Chișinău e in una riduzione delle bollette di elettricità e gas per i cittadini moldavi. Nel complesso, il Piano di crescita sosterrà il miglioramento delle strade, la modernizzazione delle scuole, la creazione di nuovi ospedali, la crescita delle piccole imprese e la tutela del patrimonio culturale moldavo. Questo investimento sottolinea il forte impegno dell'UE per il successo della Moldavia. La Presidente von der Leyen ha inoltre annunciato che a partire dal 5 ottobre 2025 sarà possibile effettuare i bonifici bancari in euro grazie all'inclusione della Moldavia nell'Area Unica Europea dei Pagamenti (SEPA), concessa a marzo dagli Stati membri.

Infine, la Presidente von der Leyen ha proposto di integrare la Moldavia nell'area di roaming dell'UE a partire dal 1° gennaio 2026. L'iniziativa "Roam Like at Home" consentirà ai cittadini moldavi di effettuare chiamate, inviare SMS e utilizzare i dati mobili con numeri moldavi mentre viaggiano in uno qualsiasi dei 27 Stati membri dell'UE senza incorrere in costi di roaming.

I leader hanno concordato di intensificare gli sforzi per contrastare i continui attacchi ibridi e informatici da parte della Russia e dei suoi alleati, volti a destabilizzare il Paese in vista delle elezioni parlamentari di settembre.

L'UE ha ribadito il suo sostegno alla resilienza della Moldavia, anche attraverso la Missione di partenariato dell'UE in Moldavia e il supporto al Centro di comunicazione strategica della Moldavia, incaricato di individuare e smontare la disinformazione russa. I leader hanno sottolineato la necessità di una comunicazione chiara sui benefici dell'integrazione nell'UE e hanno sottolineato l'importanza di rafforzare la lotta alla corruzione e di salvaguardare l'integrità delle prossime elezioni.

Riportiamo di segugito il discorso tenuto dal Presidente del Consiglio UE Antonio Costa allla cerimonia di apertura del Summit:

È un vero piacere essere di nuovo a Chişinău. Grazie, Signora Presidente, per il suo caloroso benvenuto e per averci ospitato oggi, in occasione del nostro primo Vertice UE-Moldavia, che segna una vera e propria pietra miliare nell'approfondimento delle nostre relazioni.

Come i moldavi hanno deciso democraticamente, il futuro della Moldavia è nell'Unione Europea. Questo è il nostro obiettivo comune e l'Unione Europea è qui per sostenere la Moldavia in ogni fase del cammino.

Per quasi cinque anni, Lei, Signora Presidente, e il suo governo avete guidato la Moldavia e il suo popolo sulla strada europea con coraggio, visione e continue riforme.

La valutazione della Commissione è chiara: i progressi compiuti dalla Moldavia nel suo percorso verso l'Unione Europea sono notevoli. I leader dell'Unione Europea lo hanno riconosciuto all'unanimità nel Consiglio Europeo della scorsa settimana. Consentitemi di leggere questo paragrafo delle conclusioni:

"Il Consiglio europeo elogia la Repubblica di Moldova per il ritmo delle sue riforme legate all'adesione, accoglie con favore i significativi progressi compiuti e incoraggia la Repubblica di Moldova e la Commissione a intensificare i lavori nel processo di adesione. Il Consiglio europeo invita il Consiglio a intraprendere le prossime fasi del processo di adesione in linea con l'approccio basato sul merito, aprendo i cluster quando saranno soddisfatte le condizioni."

E, cosa molto importante, "Prende atto della valutazione della Commissione secondo cui il cluster sui fondamentali è pronto per essere aperto." Ora è il momento di accelerare i nostri lavori e compiere il passo successivo verso l'adesione.

Il processo di adesione non è un esercizio di spunta di caselle. Sforzi di riforma costanti producono risultati tangibili per il popolo moldavo. Offrono nuove opportunità per i vostri cittadini e i benefici della stretta cooperazione della Moldova con l'UE sono già visibili, sul campo e nella vita quotidiana delle persone. Dalla liberalizzazione dei visti al roaming. Dal sostegno energetico agli investimenti nelle infrastrutture.

Lo scorso inverno, l'UE ha contribuito con 60 milioni di euro in sovvenzioni per finanziare la compensazione per il riscaldamento e 30 milioni di euro per la compensazione per l'elettricità. L'UE ha finanziato 700 km di strade e 200 km di ferrovie, nonché la ristrutturazione di 22 ospedali e 120 scuole. Questi e altri benefici aumenteranno ulteriormente in futuro.

Durante il nostro incontro odierno, abbiamo concordato di lavorare per accelerare ulteriormente l'integrazione della Moldavia nel mercato unico dell'UE. Per stimolare la crescita economica. Per sostenere le imprese moldave. Per creare posti di lavoro e migliorare gli standard di vita. In una parola, per aumentare la vostra competitività.

Ininterrottamente, l'UE ha dimostrato di essere un partner affidabile e affidabile per il popolo moldavo. Un partner che vi è accanto nei momenti favorevoli e in quelli difficili. E continueremo a esserlo.

Rafforzare la sicurezza e la resilienza della Moldavia è stato un obiettivo chiave del nostro sostegno. Crediamo fermamente che la scelta di chi guiderà la Moldavia debba spettare al suo popolo, non a coloro che cercano di manipolarne, dividerne o minarne la volontà democratica.

Condividiamo un obiettivo comune: costruire un'Europa libera, sicura e in pace. Un'Europa basata sulla democrazia, sullo stato di diritto e su valori condivisi.

La Moldavia ha scelto la strada europea. E noi siamo qui per percorrerla al vostro fianco.

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04/07/2025

La Tassonomia semplificata è la nuova rivoluzione green dell'Europa

La Commissione europea ha adottato una serie di misure per semplificare l'applicazione della tassonomia dell'UE. In questo modo si vogliono ridurre gli oneri amministrativi per le imprese dell'UE, anche se alemno a parole si continua ad affermare che questo non incide sugli  obiettivi fondamentali in materia di clima e ambiente. Il regolamento sulla tassonomia è entrato in vigore nel 2020 e i suoi obblighi di rendicontazione si applicano dal 2022. Fornendo un punto di riferimento comune in materia di sostenibilità per le società finanziarie e non finanziarie, la tassonomia sostiene gli investimenti che contribuiscono a una transizione sostenibile dell'economia dell'UE, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

Queste le misure proposte:

- Le società finanziarie e non finanziarie sono esentate dalla valutazione dell'idoneità e dall'allineamento alla tassonomia per le attività economiche che non sono finanziariamente rilevanti per la loro attività. Per le società non finanziarie, le attività sono considerate non rilevanti se rappresentano meno del 10% del fatturato totale, delle spese in conto capitale (CapEx) o delle spese operative (OpEx) dell'azienda. La riduzione di questo onere amministrativo andrà a vantaggio delle aziende, consentendo loro di concentrarsi sulla rendicontazione e sul finanziamento delle loro attività principali e su come ciò contribuisca ai loro sforzi di transizione.

- Inoltre, le società non finanziarie sono esentate dalla valutazione dell'allineamento alla tassonomia per l'intera spesa operativa quando è considerata non rilevante per il loro modello di business.

- Per le società finanziarie, gli indicatori chiave di performance come il green asset ratio (GAR) per le banche sono semplificati e viene loro concessa la possibilità di non comunicare i KPI dettagliati della tassonomia per due anni.

- I modelli di rendicontazione della tassonomia sono semplificati riducendo il numero di voci riportate del 64% per le società non finanziarie e dell'89% per le società finanziarie. I

- I criteri per "non arrecare danno significativo" alla prevenzione e al controllo dell'inquinamento correlato all'uso e alla presenza di sostanze chimiche sono semplificati.

Le modifiche odierne vengono adottate sotto forma di un atto delegatoi.  La Commissione ha pubblicato la bozza di tale atto delegato nel febbraio 2025 nell'ambito del pacchetto "Omnibus I", consentendo alle parti interessate di fornire commenti sulle misure proposte. L'atto delegato sarà ora trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio per il loro esame. Le modifiche entreranno in vigore una volta terminato il periodo di esame di 4 mesi, prorogabile di altri 2 mesi. Le misure di semplificazione previste dal presente atto delegato si applicheranno a partire dal 1° gennaio 2026 e riguarderanno l'esercizio finanziario 2025. Tuttavia, le imprese hanno la possibilità di applicare le misure a partire dall'esercizio finanziario 2026, qualora lo ritengano più opportuno.

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