Ancora una volta l'Europa calca le scene con il fiato dei grandi eventi sul collo.
Ai funerali di Papa Francesco le Istitutzioni europee saranno rappresentate ai massimi livelli, eppure il ruolo che ricoprono i suoi rappresentanti li pone quasi in secondo piano rispetto all'attesa parata di capi di stato e primi ministri.
L'eterna cenerentola che manca sempre di un soffio l'ambito sogno di diventare una principessa.
Possiamo certo chiederci se, al di là della figura carismatica di Papa Francesco, sia oggi vivo un senso religioso nelle vicende convulse che caratterizzano i nostri tempi, se l'Europa, in ultima analisi, abbia mai avuto un'anima, come nelle aspirazioni coltivate da Jacques delors sul futuro dell'integrazione tra i popoli europei.
A ben vedere, da Maastricht in poi abbiamo assistito ad una marcata accelerazione sull'integrazione economica e dei mercati, ed allo stesso tempo ad uno sforzo soltanto residuale di gettare le basi per una reciproca conoscenza e e amalgama delle coscienze individuali. In questo senso hanno fatto da apripista i programmi nel campo dell'istruzione scolastica, vero bacino di cittadinanza europea.
Ma il tutto oggi appare come il tracciato di due treni che non possono convergere verso l'unità risolutiva.
Fu lo stesso delors in realtà a volere che vi fosse un momento istituzionale di dialogo con i leaders religiosi ed i rappresentanti delle filosofie agnostiche; questa prassi è stata poi incorporata nel Trattato di Lisbona,ma non se ne vedono molto gli stimoli.
Sarebbe giusto forse chiedersi, al copestto con le sfide che ancora una volta si ripropongono con la scomparsa di papa Francesco, cosa ci caratterizza e ci distingue come europei. Se la risposta rimanda ad un patrimonio spirituale che ha reso possibile, a partire da un piccolo seme gettato duemila anni fa, far fiorire nelle contraddizioni e asperità della storia umana l'idea di uguaglianza e, quindi, di libertà, allora dobbiamo ri-prendere coscienza e fierezza del nostro dna spirituale, e correre il rischio di deviare dalle logiche di mercato e competizione globale quando si tratta di puntare più in alto.
La genete nei momenti di smarrimento guarda al dito, sperando che gli mostri la luna. Qule dito ha una grande responsabilità, ma spetta a tutti il compito di prestare orecchio.
CLS