Quante volte all'Europa è stata mossa l'accusa di essere in ritardo: sull'innovazione, sugli investimenti, su una politica estera comune, sugli accordi commerciali. Altre volte, e soprattutto di recente, le è stato rimproverato di spingersi troppo avanti, di voler a tutti i costi e a suon di norme raggiungere traguardi troppo ambiziosi, che impongono oneri eccessivi su imprese, agricoltori, autorità di regolamentazione.
A ben vedere tutta una serie di attori minori, quali i lavoratori, i cittadini che vogliono un futuro migliore per i propri figli, le piante, persino le api, che di quel futuro sono le custodi, si sono rallegrati per un'Europa così caldamente impegnata a loro tutela, ma è durato poco; la realtà brutale di un nuovo ordine mondiale ha richiamato tutti a ripensare l'assetto e le vere priorità dell'Europa.
Non uno, molteplici cavalli di Troia hanno iniziato ad infiltrarsi tra le pieghe delle certezze dell'Europa, che di colpo si scopre abbandonata e tradita dal paese che ha rappresentato un mito per intere generazioni di europei, e che ha sempre fatto da baluardo ad ogni tipo di minaccia.
Un nuovo anno segna l'inizio di una nuova era: quella dell'onnipotenza di Caino.
Pirandello diceva che è più difficile essere galantuomini che eroi. La profonda verità di questa frase sta nell'insegnare che restare fedeli ai propri valori non solo è senz'altro una prova di grande forza e valore, ma nel lungo termine si dimostra più efficace di chi, pur essendo dotato di genio o spregiudicatezza tali da non farlo arretrare dinanzii a nulla, tuttavia al di là di timore e al limite invidia, non suscita altro.
L'Europa, per come la vediamo noi, ha molti limiti, ma un pregio su tutti: si porta dentro, anche suo malgrado, la voce dei secoli; è un campo arato e mietuto infinite volte, ma per questo stratificato contro le scosse telluriche e quindi più resistente.
La nuova Commissione europea dovrà dimostrare sul campo la capacità di ..., ma l'elenco delle sfide è lungo; inoltre rischia di rivelarsi, nell'attuazione concreta, dicotomico e inversamente proporzionale, per cui più competitività per le imprese vuol dire, almeno nel breve termine, meno oneri burocratici e anche meno vincoli ambientali; e più difesa meno welfare sociale.
Solo un valore non è in competizione con nessun altro ed anzi li rafforza tutti: più unità.
CLS