Si apre il dibattito in seno alla Commissione sul futuro della politica di coesione e, di riflesso, i criteri guida che dovranno reggere la gestione della spesa globale dell'Unione nel porssimo settennio 2028 - 20234.
Un primo dibattito aorientativo si è svolto il 14 maggio, ma la proposta finale sarà formulata soltanto a luglio. Sin d'ora però, ogni attore istituzionale coinvolto nel processo di adozione si sta posizionando. I più vocali, in questo momento, sono regioni e comunità locali che intravedono all'orizzonte più che una semplice minaccia: la tendenza in atto dopo la pandemia, di centralizzare le risorse per snellire le procedure di spesa.
Così, sarebbe nell'aria l'idea formulata nei corridoi della Commissione di aggregare i fondi per coesione agricoltura in un unico assegno da staccare per ogni stato membro, che ne diventa responsabile della distribuzione interna.
Al di là dell'esigenza di semplificare, sempre gradita se colta in chiave di vera innovazione gestionale, resta sullo sfondo il tema delle priorità strategiche dell'Unione, che lascia intendere come, sotto la spinta di nuove minacce esterne, le disparità traregioni d'Europa non sono più l'ostacolo da risolvere a tutti i costi, per costruire una integrazione fondata sul principio di solidarietà.
Probabilmente sfugge agli attori locali che lo sdoganamento della spesa per fini militari come fattore di competitività e sviluppo economico e, quindi, in quanto tale, titolato a rientrare nei capitoli di spesa dei fondi strutturali reca inevitabilmente con sè l'esigenza di una maggiore centralizzazione. Si tratta, infatti, di spese che non possono pianificare o gestire le singole regioni.
Così, l'antico mantra di un'Europa che si costruisce dal basso cede il posto, poco a poco, a nuove fattezze istituzionali e nuovi equilibri di potere, dove è facilmente intuibile il pericolo che una deriva verso posizioni antidemocratiche tragga ulteriore forza da un apparato di potere, anche militare, già sotto esclusivo controllo del governo centrale.
Gli spettri della storia turbano i sogni di tanti, ma per fortuna, l'era attuale non ha una memoria lunga o preferisce non averla.
Ogni avvisaglia si presta al gioco e si lascia volentieri dimenticare in fretta.
CLS