Il vitello d'oro ( anzi di diamante) e la guerra in Ucraina


Bruxelles, 26 febbraio 2022

Spicca un paradosso nella complicata e pericolosa vicenda della guerra in Ucraiana. Mentre i leader europei cercano l'accordo, per ora non trovato, sull'opportunità di colpire la Russia con sanzioni "devastanti", come spesso annunciato facendo eco alle dichiarazioni di Biden, i beni di lusso compresi i diamanti scivolano inosservati dal paniere delle sanzioni approvate. Quanto vale la vita di un ucraino? Senz'altro meno di un diamante, verrebbe da dire. La giustificazione addotta, a parziale copertura ed in soccorso all'Italia ed al Belgio responsabili in ultima analisi di questa scelta, sarebbe l'ininfluenza di tali beni sull'economia russa, che invece si è scelto di colpire con ben più incisive misure a carattere finanziario e nei settori dei trasporti, dei trasferimenti tecnologici e della libera circolazione delle persone implicate a vario titolo con il regime di Putin. Magari sarà anche vero, eppure resta l'amaro in bocca nel constatare che certi vizi di ricchezza sfidano impavidi i carriarmati e trovano sempre adepti disposti ad anteporli a qualunque altra considerazione. Anche solo morale, al pensiero dei riccastri russi che incuranti di tutti continueranno a fare shopping a Milano e ad Anversa.

Si parla di rifondare l'Europa, di un futuro nuovo per il sogno europeo, ma intanto ricordate a quanti si prodigano in fiumi di parole che in Grecia come in Polonia, insomma alle frontiere dell'Europa, la pratica dei respingimenti dei migranti, che sia in mare o nei boschi gelidi della Bielorussia, è diventata procedura ordinaria; a volte, come è stato in Polonia, condita con le buone intenzioni di offrire un viaggio di ritorno gratis nel paese da cui sono fuggiti.

Da cosa si riparte se non dalla persona? Dalla tecnologia magari? O dalla scienza? O più semplicemente dai soldi?

L'Europa si mostra vulnerabile al cospetto della guerra in Ucraina non perché sprovvista del potenziale bellico per eventualmente difendere i proprio confini in caso di aggressione, ma perché proclama valori vuoti e al momento dei fatti sparisce e passa nelle retrovie. Come sta accadendo al povero Zelensky che si è ritrovato di colpo completamente solo di fronte alla collera di Putin.

Clotilde Lombardi Satriani

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Editoriale